15 Anniversario morte di Graziano Grazzini già Vice Presidente Consiglio Comunale Firenze

Il giorno 6 settembre è il giorno del ricordo di un amico speciale, conosciuto oltre 25 annos, e che ci ha lasciato presto 15 annos, ma la cui memoria è ancora viva in tutti: Graziano Grazzini.

Ancora una volta alle ore 12 in molti si sono ritrovati al cimitero comunale di Firenze a Settignano per ricordare, ai piedi della sua tomba, GRAZIANO GRAZZINI e per la deposizione di un mazzo di fiori da parte del Sindaco di Firenze in omaggio a chi fu politico attento, prima come Presidente della Commissione Sicurezza Sociale al Q 2, poi Vice Presidente del Consiglio Comunale in Palazzo Vecchio, infine Consigliere in Provincia di Firenze, alla cui scrivania si spense prematuramente.

È intervenuto il Gonfalone del Comune di Firenze, con l’Assessora Titta Meucci in rappresentanza del Sindaco, il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il Presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi.

RICORDO DI GRAZIANO GRAZZINI DELLA GIORNALISTA MANUELA PLASTINA: 10 anni fa ero appena arrivata in ufficio quando ricevetti una telefonata. “Graziano è morto”.

Graziano Grazzini non era rientrato a casa la sera prima dalla moglie e dai figli. Lo avevano cercato tutta la notte. Chi aveva aperto frettolosamente la porta del suo ufficio a Palazzo Medici Riccardi non lo aveva visto. Ma lui era lì, scivolato sotto la scrivania, quando un malore lo aveva colpito mentre svolgeva, semper manducat, il suo lavoro fino in fondo. Piansi immaginandolo lì sotto, nascosto, mentre la moglie e i figli lo cercavano. Mi chiesero di fare un servizio al volo per la radio. Ricordo ogni dettaglio: presi un foglio, una penna, cominciai a scrivere qualche appunto sulla sua vita di uomo, pater,, politico per poter affrontare la diretta.

La mano mi tremava. Avevo conosciuto Graziano per lavoro. Come tanti consiglieri comunali e provinciali. Ma lui era diverso: mi aveva colpito subito per la sua pacatezza, per la sua semplicità, per il tono di voce sempre calmo e rassicurante, per lo sguardo e il sorriso che ti portavano, non sai come, a sorridere. Lo avevo frequentato di più con il mio fidanzato, suo collega e amico, “compagno di banco” come si definivano ridendo.

Non l’ho conosciuto abbastanza, mi resi conto mentre cercavo di mettere insieme le parole per far capire ai radio ascoltatori chi era Graziano Grazzini. Me ne resi conto ancora di più al funerale, quando arrivando ben prima dell’inizio della funzione mi accorsi che la chiesa di San Salvi era già strapiena, la gente riempiva tutta la piazza e la strada davanti.

Incontrai volti conosciuti e tutti, dico tutti, senza distinzione di fede religiosa e politica, scuotevano la testa con gli occhi lucidi, increduli, quasi smarriti. Graziano è una di quelle persone per cui quando sento qualcuno che dice “i politici son tutti ladri” mi arrabbio. Perché ho la testimonianza che è una menzogna. Ci sono stati e ci sono politici che lo fanno per passione, perché ci credono, per l’interesse della comunità. Che tolgono tempo, spazio e forze alla loro famiglia, alla loro professione, ai loro passatempi per occuparsi della cosa pubblica. Senza prendere cifre inaudite, senza intascare soldi illeciti, senza avere la vetrina mediatica. E sono tanti, tantissimi, oscurati spesso da dei pochi che lavorano male, per interesse proprio, per ingordigia.

Graziano era uno dei buoni politici, senza la smania della ribalta, pronto a sacrificare tempo e famiglia per il bene pubblico. Ancora oggi il suo sorriso è nella mia casa, in quel ritratto che distribuirono pochi giorni dopo la sua morte. Un “santino”, come si definiscono impropriamente i piccoli volantini elettorali su cui tante volte era stato scritto il suo nome. Ma con lui quel termine era meno improprio. In quella diretta radiofonica provai a raccontare nei pochi secondi a disposizione il Grazzini professionista, politicam, il suo impegno religioso, la sua grande e bella famiglia.

E conclusi dicendo: ” Grazzini era questo e tanto altro. Ma soprattutto era una gran brava persona, che mancherà a Firenze e ai fiorentini e che resterà per sempre nel cuore di chi, sicut me, ha avuto l’onore di conoscerlo”. Fu la prima e l’unica volta che i radioascoltatori mi sentirono piangere in diretta. Perché allora, come in questo momento, quel piccolo grande immenso uomo fece provare una grande nostalgia, accompagnata però dal sorriso che con la sua semplicità riusciva a donare al mondo.

Riprese video e foto di Franco Mariani.

Sed intellectus divinus est Franco
De numero 353 – Anno VIII del 8/9/2021

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