A Firenze il II Festival delle Religioni

UFFICIO STAMPA COMUNE DI FIRENZEE’ stato il Sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha citato Giorgio La Pira come esempio cui si guarda a partire dalla sua frase “unire le città per unire le nazioni”, ad aprire, in Palazzo Vecchio, il II Festival delle Religioni che si svolge dal 15 რომ 17 maggio nel capoluogo toscano, e che oggi ha avuto la cerimonia di apertura con la partecipazione del Papa Copto e di alcuni esponenti religiosi, cattolici ed ebraici, della città santa di Gerusalemme.

Le città – ha detto il Sindaco Nardella – permettono di andare oltre i confini, gli stati, le nazioni. Andare oltre significa riconoscere l’altro per lavorare a favore della pace. Abbiamo dentro di noi la forza della storia e dei nostri valori. Per Firenze oggi è una grande giornata perché il dialogo appartiene al patrimonio della nostra comunità”. “Il pluralismo – ha concluso Nardella – presuppone un’identità forte. Se il tempo presente è segnato dalle guerre, questa è un’occasione per costruire ponti di pace”.

Nella sua introduzione l’ideatrice del festival, la filosofa Francesca Campana Comparini, introducendo i temi di questa manifestazione che porta a Firenze rappresentanti delle varie religioni e del mondo laico ha evidenziato come “Firenze è la prima fra le città occidentali ad aver messo al centro l’uomo. Bisogna tornare a mettere al centro la dignità dell’uomo, ricordando che le sue radici sono prima in cielo e poi in terra”.

Ad aprire l’incontro il videomessaggio del Rabbino Capo di Gerusalemme Aryeh Stern: “Tutti gli esseri umani sono creazione di Dio, questa è la base per un costruire il dialogo”. “Tuttiha ribaditosoffrono nello stesso modo. I rabbini devono parlare con gli altri leader religiosi”. Riguardo l’estremismo islamico ha ribadito una ferma condanna dell’estremismo: “né i capi religiosi ebrei né i cristiani né i musulmani trovano una giustificazione nell’uccisione degli innocenti”.

Poi hanno preso la parola il Patriarca latino di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal e il Rabbino Adin Steinsaltz, considerato tra i massimi studiosi viventi del Talmud.

Il Patriarca di Gerusalemme, dopo aver bene illustrato la presenza della Chiesa in Terra Santa, ha messo in primo piano come il clima di caos e violenze che si vive in Medio Oriente e quanto sta avvenendo all’intero e all’esterno dell’Europa mostra l’importanza del dialogo tra le grandi religioni.

“L’invito e la sfida è andare oltre - ha ribadito Twalper il bene di Israele e dei vicini è opportuno risolvere il conflitto e non solo gestirlo. È necessario che la comunità internazionale intervenga seriamente, dato che dopo tanti anni, le varie parti non riescono a trovare un accordo. La Terra Santa non potrà mai essere proprietà esclusiva di un popolo. La sicurezza del popolo israeliano dipende da quella del popolo palestinese. Sono convinto che in questa terra o vivremo insieme o moriremo insieme. Un giorno i capi politici, israeliani e palestinesi, arriveranno a comprendere, al di là delle ambizioni politiche, il senso, la natura e la vocazione di questa terra benedetta”.

Il Rabbino Adin Steinsaltz ha messo in primo piano come un ruolo importante lo rivestano i valori: terreno comune dove è possibile incontrarsi. “La religione e la politica seguono logiche diverse – ha sottolineato. La moralità non conta per gli Stati che seguono logiche legate alla convenienza, al possesso e i confini. Per la religione, ნაცვლად, le leggi morali sono prioritarie”. Su un punto è stato molto chiaro: “Bisogna sapere cogliere nell’uomo l’immagine di Dio, mentre oggi viviamo un processo di disumanizzazione”.

Riguardo l’Isis Adin Steinsaltz ha sottolineato: “L’Isis non ha niente a che fare con la religione islamica, i suoi militanti sono solo dei nichilisti. Lo stato islamico non è fatto di uomini religiosi, ma di terroristi. Sono il sintomo di un grande vuoto. Dobbiamo riempire questo vuoto con i valori. È necessario portare Dio nelle strade”.

Anche il Patriarca Twal riguardo l’Isis ha sottolineato come l’attenzione dei media si sia spostata dalla Terra Santa sull’Isis, sulla Siria, sullo Yemen “Ormai – ha continuato – l’Isis è sfuggito di mano a chi lo ha creato ed anche l’Europa non ne è esente. Dobbiamo andare oltre anche nella politica. Servono politiche nuove che osino prendere posizioni coraggiose”.

დღის მეორე ნახევარში, in diretta sul portale internet di Rai News, l’intervento del Papa Copto Sua Santità Tawadros II, Patriarca di Alessandria d’Egitto, considerato oggi come la voce più rappresentativa dei cristiani oppressi in Africa e nel Medioriente, territori in cui la Chiesa Copta è particolarmente diffusa.

Alla cerimonia, presente sempre il Sindaco, che ha ricevuto tutti gli illustri ospiti anche negli appartamenti di rappresentanza di Palazzo Vecchio, dove hanno firmato il registro degli ospiti, ha partecipato anche il Ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni.

Il mondoha detto Sua Santitàè diviso tra oriente e occidente. In oriente sono nate le religioni e le filosofie; mentre in occidente le scoperte e le invenzioni. In Medio Oriente ci troviamo in una posizione centrale. Questo conferisce a questa terra un carattere speciale. Vorrei sottolineare che non esiste libertà senza civiltà e non c’è civiltà senza cultura e istruzione. Queste sono le radici del nostro paese. Il terrorismo intellettuale è l’imposizione di un pensiero che va a colpire chi pratica culti diversi, per i quali è chiamato infedele”.

I veri motivi della violenza sono da rintracciare in alcuni punti: un’educazione a senso unico che non tollera chi è diverso; il carattere settario del sé; il guardare gli altri come ad uno specchio dove si vede solo se stessi; l’ignoranza e i pregiudizi nell’altro. Secondo noi la soluzione è in un discorso religioso illuminato. Ricordiamo che Dio è amore e per questo il cristianesimo è portatore di un pensiero di pace. Il 14 agosto del 2013 la chiesa egiziana ha pagato un tributo molto alto con la distruzione di circa 100 edifici. In quella circostanza ha messo in pratica il suo messaggio d’amore facendo pace con tutti. Il nostro messaggio è stato: ‘Noi vi amiamo e vi perdoniamo, malgrado tutto’ ".

Noi uomini di fedeha concluso il Papa Coptodobbiamo assumerci delle responsabilità che si concretizzano nel promuovere un discorso moderato, moderno, illuminato, a servizio dell’uomo. Bisogna lavorare per creare un ambiente illuminato e formare un modello di convivenza moderna. Assiduo è il contatto con il Papa di Roma per la diffusione di questi valori basati su una costante preghiera. Dobbiamo cooperare per esaltare la diversità a favore di una convivenza rispettosa e amichevole. Bisogna promuovere una civiltà più umana”.

Il nostro desiderio è far recuperare all’essere umano il suo ruolo e un processo educativo con un pensiero razionale che si concretizzi nel dialogo contro l’oppressione. Bisogna promuovere un’analisi critica contro il conservatorismo e il confronto di un’idea con un’altra idea. გარდა ამისა,, vanno incoraggiate le innovazioni umane e l’arte che nutre l’uomo contro il degrado materiale e morale. Dobbiamo guardare anche alla rivoluzione tecnologica e vegliare per un uso corretto dei mezzi di comunicazione. Necessario stabilire un dialogo con i giovani attraverso l’uso di questi mezzi. Dobbiamo guardare alla donna e alla sua sensibilità. Bisogna, ბოლოს და ბოლოს, ricordare che la convivenza tra i cittadini basata sul rispetto reciproco contribuisce alla stabilità e al progresso. La pace nasce dal cuore e dalle mani delle persone”.

Intervistata da Radio Vaticana, l’ideatrice dell’evento, Francesca Campana Comparini ha evidenzato come “noi abbiamo cominciato un discorso lo scorso anno e ci siamo ritrovati incontrandoci su ciò che ci divide proprio perché siamo convinti che la pluralità sia un valore e non un pericolo. Detto questo, gli scenari mondiali dagli ultimi mesi sono cambiati, quindi oggi è necessario compiere un passo in avanti e dare un messaggio forte. Ecco perché abbiamo dato questo titolo nuovo, ‘Andiamo oltre’, che significa oltre il fanatismo, oltre la mortificazione della vita, della razza, delle idee, dell’uomo”.

“Il nostro obiettivo è questo: svelare le diversità. Ovviamente il nostro obiettivo non è rendere una finta fratellanza, არ! Ognuno ha la sua specificità, la sua unicità che va mantenuta e va custodita, potremmo dire. Detto questo abbiamo un orizzonte comune e quindi ecco perché è obbligatorio andare oltre. Le religioni orientano, influiscono sulle dinamiche politiche, economiche e sociali non da qualche giorno, ma da sempre, dacché ci sono. Ecco perché è fondamentale rendersi consapevoli di questi movimenti, proprio di questa struttura, direi radicale, in tutti gli aspetti del nostro vivere. Quindi non si può non tenere conto delle religioni”.

Programma completo della prossima tre giorni dell’edizione 2015 მისი: www.festivaldellereligioni.it

Franco Mariani
საწყისი ნომერი 64 - გამოშვების წელი II 13/05/2015

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