Anoressia, una prigione per la mente

anoressiaUna persona non si giudica dall’aspetto fisico. E allora perché dire in tono dispregiativo: sei grassa! Solo per ferire? Ecco perché si incorre in anoressia e bulimia…

Grassa, di solito è il primo insulto che una ragazza rivolge a un’altra quando vuole ferirla. Voglio dire, grassa è davvero la cosa peggiore che possa essere una persona? Essere grassa è peggiore che essere vendicativa, gelosa, superficiale, vanitosa, noiosa o addirittura crudele?

No, per me no. Vorrei vedere ragazze indipendenti, interessanti, idealiste, gentili, caparbie, originali, divertenti… ci sono almeno un migliaio di cose prima di essere magre.

Maria ha 14 anni, non è magra e non è grassa, con l’arrivo dell’estate e il cambio armadio guarda quei pantaloni bianchi che metteva lo scorso anno, ha un incredibile voglia di vederseli addosso, ma quest’anno le stanno stretti; non riesce proprio ad indossarli, si guarda allo specchio e si vede enorme, ed il suo cervello grida un pericoloso ALT.

Quindi cambia alimentazione, elimina i carboidrati, i primi risultati non tardano ad arrivare, i pantaloni bianchi ora le vanno, tutte le rinunce hanno dato i suoi frutti, e allora decide di calcare la mano, pesa sempre meno, le guance si scavano e lo sguardo si spegne. A vederla ora sembra reduce da una malattia, la voglia di cibo è scemata, ora ha il pieno controllo del suo appetito, anzi, non ha più appetito…

L’anoressia è contenta, si sente indistruttibile, perché ha totale gestione delle sue vittime, alle quali, ora, se n’è aggiunta un’altra: Maria.

L’anoressia è una prigione, non ha odore, non ha sbarre, non ha mura, ma è una prigione per la mente, e ogni giorno fa nuove vittime.

Lo scrittore Paolo Pesa, giovane poeta ha conosciuto una persona che aveva questo terribile disturbo, e queste sono le sue parole: “Immagina una ragazza adolescente, quindi nel fiore della vita, delle sue esperienze e nel bel mezzo dei suoi sogni, e le piombano addosso violenze e abusi; lei si sente in colpa per la violenza subita, si sente in colpa perché pensa di non essere stata in grado di affrontarla con le sue forze e questo la fa star male, inizia a chiudersi in se stessa senza parlare con nessuno, e nessuno può aiutarla, inizia a non mangiare per un giorno, poi evita il pasto anche il secondo giorno, e nessuno si accorge del suo dolore. Neanche i genitori riescono a scuoterla, lei non vuole parlare, ma poi trova il coraggio di farsi aiutare… prima che sia troppo tardi. Le viene diagnosticata l’anoressia dovuta ai sensi di colpa per la violenza che aveva subito, la ricoverano in un centro di cura per anoressia, e lì si trova davanti ragazze che raccontano la propria storia, alcune uguali alla sua. Ciò vuol dire che una delle cause dell’anoressia è anche una violenza subita. Il messaggio che vorrei lanciare è che bisogna avere il coraggio di denunciare un abuso. Vorrei che tutte le ragazze abbiamo la forza e il coraggio di urlare. Perché il mondo le deve ascoltare!”.

Silvana Scano
Dal numero 226– Anno V del 14/11/2018