Antonio Matteini: noor Toscana, tõsi maali talent

1281Antonio Matteini di Grassina (Fi), 20 aastane, nato a Ponte a Niccheri, è uno studente universitario di Scienze delle Comunicazioni, con una grande passione per la pittura.

Antonio è un artista, per ora “a tempo perso”: è la sua passione, disegna per sfogarsi, riportando col pennello ciò che vede e ciò che gli piace. Se sarà mai il suo lavoro? “Spero di si, penso di no…”, risponde.

La Terrazza di Michelangelo, dopo aver visto alcune sue opere, di cui due attualmente esposte alla Casa del Popolo di Grassina, l’ha intervistato.

“La passione per la pittura è nata dalle scuole medie, ho sempre amato disegnare, dipingere, ma era più un passatempo – ammette Antonio – poi ho fatto il Liceo Artistico, e qui ho affinato la mia passione per la pittura”.

matteini-antonioIl suo è uno stile davvero interessante, soprattutto in considerazione della giovane età: “Per la pittura il mio stile riprende lo stile macchiaiolo, Fattori, Signorini… mentre per gli schizzi è abbastanza casuale. Spero di non stancarmi mai, perché mi piace, è gratificante, e ora inizio finalmente ad avere le prime commissioni, i primi riconoscimenti, inizio a fare delle mostre”, dichiara Matteini.

E quando gli chiediamo se riesce a guadagnare grazie alle sue opere – anche in considerazione del fatto che l’Italia non è più, ormai, un paese per artisti – Matteini risponde scherzando: “la pagnotta la tiriamo fuori… in prospettiva”.

“Comunque credo che l’arte, l’esprimersi mediante le sue più varie forme, sia un esercizio estremamente salutare per chiunque – conclude Antonio – non è un caso che la pittura, con la musica e la scultura, è sempre stata praticata dall’uomo; segno evidente che ne ha sempre compreso l’importanza che va oltre la ricerca del virtuosismo di cui far sfoggio in un’ immagine, essendo essa capace di indagare l’intimo di chi ci si cimenta. Definirei l’esercizio pittorico come stare in groppa a un cavallo che pure sarà sellato e con le redini ben salde nelle mani di chi gli è in groppa, ma quest’ultimo sarà sempre costretto a fare i conti coll’istinto, coll’emotività, con lo spirito evasivo del proprio destriero, mai del tutto domo e disposto a farsi imbrigliare dalla fredda razionalità di chi gl’è in groppa. In sintesi è questo il movente che mi spinge ogni volta a tuffare il pennello nella tempera: mi affido a Lui e a ciò che lo impregna, per cercare ogni volta una parte di me che mi rimarrebbe altrimenti sconosciuta”.

Matt Lattanzi
Alates number 128 – Anno III del 5/10/2016

See slideshow nõuab JavaScript.