Calcio Storico: le confessioni dei calcianti nel film “Quattro Colori”

“Troppo piccolo per essere una guerra, ma troppo crudele per essere un gioco”. È racchiuso tutto in questa frase il senso del nuovo film sul Calcio Storico “Quattro Colori” del fotografo irlandese Donal Moloney, proiettato in prima visione italiana ieri martedì 23 giugno alle 21.30 all’Arena di Marte nell’evento organizzato da Fondazione Stensen e Valmyn.

Un film originale, che non segue soltanto le azioni sul sabbione di Santa Croce, ma si concentra soprattutto sull’intimità e l’identità di quattro calcianti, uno per ciascun Colore, a partire da un mese prima della partita, intervistandoli al di fuori di luoghi comuni, seguendoli passo passo nella loro vita quotidiana e nel loro lavoro e intervistando le loro famiglie, le loro mogli, le loro fidanzate, le loro madri, le loro figlie, che tremano insieme a loro ogni volta che si avvicina il torneo, per l’emozione della partita ma anche per la paura che si possa uscire dal campo con gravi infortuni.

Un documentario di 73 minuti in cui, attraverso un rapporto viscerale con la città di Firenze, c’è soprattutto quello che scorre dentro l’anima dei calcianti, come si preparano alle partite, cosa significa per loro disputare il torneo, il valore che ricopre e l’orgoglio di appartenere a questa tradizione.

“In un mondo dove imperversa la globalizzazione – è spiegato dai produttori del film – Quattro Colori sposta il quadro generale al microscopio di uomini, persone e quartieri, ognuno dei quali è affiatato e disposto a lottare per la propria vita”.

I quattro calcianti sono Emanuele Nannucci dei Verdi, Raffaele D’Eligio dei Bianchi, Luigi Ferraro degli Azzurri e Marco Casamassima dei Rossi.

“Combattere è innato dentro di me da quando è morto mio padre ed ero ancora un bambino”, dice D’Eligio.

Oppure Nannucci: “È un’emozione unica rivivere quello che hanno fatto personaggi della storia, ti dà una grande adrenalina”.

E poi Ferraro: “Il Calcio Storico è una cosa unica al mondo, gioco perché mi piace misurarmi con me stesso, ho pianto a volte alla fine delle partite per tutti i sacrifici fatti”.

E infine Casamassima: “I miei genitori non vengono mai a vedermi giocare perché hanno troppa paura”, mentre la sua fidanzata dice: “All’inizio pensavo fosse un pazzo, poi invece ho capito che è animato da una grandissima passione”.

Nel documentario, realizzato grazie al contributo di Gianni Vannucchi che ha organizzato le riprese, danno il loro contributo anche lo storico Luciano Artusi, l’ex calciante storico dei Verdi Gianluca Lapi e il presidente attuale del torneo Michele Pierguidi.

“È stato il documentario più difficile che abbia mai realizzato, ma è stato anche quello che mi ha dato più soddisfazioni – ha detto il regista Donal Moloney – il film porterà lo spettatore nei cuori e nelle menti di coloro che partecipano al Calcio Storico e dimostrano il loro amore per Firenze”.

Matt Lattanzi
Nuo numerio 301 – Anno VII del 24/6/2020