Cardinale Betori in visita per 3 mesi nel centro storico

Mappa rimodulazione parrocchie centro firenzeCon i Vespri di domenica scorsa alle 18,30 nella Basilica della Santissima Annunziata, l’Arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe Betori ha aperto ufficialmente la Visita Pastorale al Vicariato di San Giovanni, che comprende le parrocchie del centro storico di Firenze tra l’Arno e la cerchia dei viali.

“Il Vicariato di San Giovanni – scrive il Vicario Padre Mario Scalici – attende il suo Pastore perché con la sua presenza, con la sua parola e la sua testimonianza torni a rianimare la carità, a confermarci nella fede e a rendere salda la nostra speranza. Le Parrocchie avranno da questo incontro con l’Arcivescovo l’atteso impulso per continuare il cammino che le chiama ad essere nel territorio in mezzo alle case degli uomini”.

Dal 6 al 12 ottobre, la Visita toccherà la parrocchia dei Santi Apostoli e Biagio; sarà quindi la volta di Nostra Signora del Sacro Cuore, Santa Maria Novella, Santissima Annunziata, San Remigio, Santa Lucia, Sant’Ambrogio, San Lorenzo dove si svolgerà, domenica 14 dicembre, la Messa di chiusura.

In calendario anche numerosi incontri vicariali con gli operatori della catechesi e della liturgia, con i religiosi e le religiose, gli operatori della carità.

Un primo incontro avrà luogo lunedì 27 ottobre alle ore 21 presso la Parrocchia di S. Ambrogio e vedrà riuniti gli operatori della catechesi e della liturgia e i ministri straordinari della comunione.

Il giorno seguente, martedì 28 ottobre, sempre alle ore 21 nella Parrocchia di Nostra Signora del Sacro Cuore, l’Arcivescovo incontrerà tutti coloro che operano nel ricco e vario mondo della carità.

Mercoledì 29 ottobre il cardinale Betori invece presiederà un momento di preghiera con i religiosi e le religiose e i membri degli istituti di vita consacrata alle ore 16,30 nella suggestiva cornice della basilica di Santa Maria Novella.

Mentre lo stesso giorno, alle ore 21, è organizzato l’incontro riservato al mondo giovanile, studenti e lavoratori, che si ritroveranno in via Martelli nella Chiesa di San Giovannino degli Scolopi alle ore 21.

Dopo l’ultima riorganizzazione, avviata e presentata alla stampa l’8 giugno 2010, il numero delle parrocchie del Vicariato di San Giovanni  è stato ridotto a 8, anche se non tutte le parrocchie  hanno, dopo 5 anni, ultimato il percorso amministrativo relativo al nuovo assetto.

Una curiosità: ad oggi, solo due delle otto parrocchie del Vicariato sono affidate al clero diocesano.

Tra le grandi basiliche, fanno servizio di parrocchia Santa Maria Novella, la Santissima Annunziata, San Lorenzo.

Ci sono poi le parrocchie di Nostra Signora del Sacro Cuore, di Sant’Ambrogio e San Giuseppe (unificate con l’ultima riorganizzazione), Santa Lucia sul Prato, San Remigio, Santi Apostoli e Biagio.

Sul territorio c’è anche la presenza di numerose comunità religiose, mentre alcune chiese mantengono il titolo di Rettorie e sono destinate a vari ambiti pastorali, dall’accoglienza di comunità cattoliche straniere alla pastorale universitaria.

Da tempo, da molti anni, si discuteva su come riorganizzare un servizio pastorale che fino al giugno 2010 era articolato su 22 parrocchie per soli 31.000 residenti circa.

Alcune di queste parrocchie erano di entità veramente irrisoria: la più piccola aveva appena 84 abitanti, ma non poche si aggiravano attorno ai 200.

Più che il dato quantitativo, inquietava però la constatazione che diverse di queste parrocchie, anche quelle con circa 1.000 abitanti, essendo ormai la loro popolazione fortemente invecchiata, non erano più in grado di svolgere una normale vita parrocchiale, in particolare per l’amministrazione dei sacramenti e i percorsi catechistici per i fanciulli, limitandosi di fatto a poco più di una proposta, perfino eccessiva nel numero, di celebrazioni di Sante Messe.

Restavano invece senza risposta esigenze religiose tipiche di un centro cittadino poco abitato, luogo di lavoro però di molte persone, ricco di visitatori e turisti.

Si è perciò ritenuto doveroso, già sotto l’episcopato del Cardinale Antonelli, ripensare l’offerta pastorale in questo territorio, dando maggiore attenzione a esigenze religiose espresse dai non residenti, cogliendo l’occasione per offrire luoghi di culto e di vita comunitaria alle comunità cattoliche degli immigrati, per destinare alcuni spazi liturgici a celebrazioni nelle principali lingue dei flussi turistici, per evidenziare alcune dimensioni della vita cristiana a carattere spirituale o culturale.

Dal punto di vista della cura dei residenti, si è stabilito di formare delle entità territoriali che raccogliessero un numero adeguato di persone, tale da assicurare le condizioni per svolgere le principali attività pastorali parrocchiali.

Si è così giunti a individuare le nuove 8 parrocchie.

I 3 mesi di visita sul territorio del Cardinale Betori, con incontri diretti con le varie realtà, soprattutto estranee  al normale ambito parrocchiale, con particolare attenzione a quello lavorativo e caritativo, fa riferimento alla lettera che nel giugno 2010 l’Arcivescovo scrisse a tutti i residenti del centro per spiegare la nuova riorganizzazione delle parrocchie.

Questo il testo integrale della lettera del Cardinale Betori del giugno 2010 nella quale spiegava ai residenti del centro storico fiorentino la nuova riorganizzazione/riduzione delle parrocchie:

Carissimi,

per una più efficace presenza della Chiesa nel centro storico di Firenze si rende necessario prendere alcune decisioni, che comportano novità circa la funzione dei centri di culto presenti in questo territorio. Non si tratta di un fatto del tutto nuovo, in quanto la storia della città mostra come, nel susseguirsi e nel mutare dei tempi, la Diocesi ha più volte cambiato l’assetto del servizio pastorale, in particolare creando e abolendo parrocchie a seconda delle necessità della popolazione.

Oggi ci troviamo di fronte a una di queste svolte, dovendo prendere atto che non poche delle numerose parrocchie del Vicariato, a causa dei mutamenti avvenuti a livello demografico, non sono più in grado di vivere una efficace azione pastorale. Di qui l’opportunità ravvisata di diminuire i centri parrocchiali attivi nel centro storico fiorentino, creando degli agglomerati abbastanza consistenti per poter dare supporto a tutte le attività che danno un volto compiuto a una parrocchia.

Sono consapevole che questo può incidere anche sui sentimenti di molti di voi, legati alla propria parrocchia da storie familiari addirittura lunghe di secoli. Ma il bene delle anime, che è suprema legge della Chiesa, impone a tutti noi decisioni che comportano per tutti anche sacrifici. È poi da tener presente che il nuovo assetto prevede che nessun centro di culto venga chiuso, ma solo indirizzato a una forma diversa di servizio alla Chiesa e alla gente. Così come è accaduto spesso nel passato, alcune parrocchie dovranno allargare il loro sguardo a un territorio più vasto, altre chiese, ora costituite in rettorie o figure giuridiche simili, dovranno assumere un ruolo nuovo per la crescita culturale, spirituale, caritativa di tutta l’Arcidiocesi e venire incontro alle esigenze religiose dei nuovi cittadini o dei molti turisti che attraversano queste strade e piazze di Firenze.

Avrei voluto accompagnare questa lettera già con informazioni precise circa i nuovi assetti territoriali, ma il piano di ristrutturazione è appena all’inizio. Per ora sono solo state individuate le parrocchie e i loro territori in grandi linee; poi occorrerà fare i decreti di mutamento della ragione giuridica delle altre chiese perché possano continuare a svolgere il loro servizio liturgico all’interno della nuova finalità pastorale; infine ci sarà da modificare i confini tra le parrocchie. Quando tutto sarà pronto non mancheremo di darne ampia comunicazione. Intanto, per chi avesse domande da porre, i nostri preti e lo stesso arcivescovado sono a vostra disposizione.

Vi chiedo di condividere con generosità e lungimiranza le decisioni che verranno prese e di collaborare con i sacerdoti e i religiosi che ne guideranno l’attuazione. Tutti benedico di cuore, con l’auspicio che questo passo della nostra vita comunitaria segni anche una crescita nella fede e nella testimonianza cristiana.

Franco Mariani

Dal numero 33 – Anno I del 1/10/2014

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