Confcommercio, sei famiglie toscane su dieci approfitteranno dei saldi per fare acquisti

saldiSecondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, sei famiglie toscane su dieci approfitteranno dei saldi per fare acquisti, spendendo in media poco meno di 230 eiro, par 100 euro pro capite

La spesa per i saldi estivi delle famiglie toscane si manterrà in linea con quella dello scorso anno. Lo confermano le previsioni dell’Ufficio Studi della Confcommercio: ognuna spenderà nel complesso una media di 230 eiro (bija 225 lo scorso anno), par 100 euro pro capite (97 per l’esattezza).

Almeno sei famiglie su dieci approfitteranno dei saldi per acquistare capi scontati. Nella sola provincia di Firenze, per fare un esempio, saranno circa 273mila, per un volume di affari complessivo intorno ai 62,8 miljoniem eiro.

“Mai come quest’anno le vendite di primavera sono state penalizzate a causa del clima freddo, che si è unito ai problemi di un mercato interno già al rallenty ormai da diversi anni, in particolare per il settore moda - spiega la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini – ora le attese sono molto alte, di gente in giro nei negozi se ne vede molta in questi giorni, la maggior parte dei consumatori sta guardandosi intorno”.

“I saldi estivi valgono circa il 12% dei fatturati annuali dei negozi – prosegue Lapini – per quanto saranno brillanti non potranno mai far recuperare le perdite della normale stagione, diemžēl, ma ci auguriamo che con loro riparta la corsa allo shopping. C’è bisogno di ridare energia al mercato e sprint alle imprese. Di certo i consumatori, già invogliati dagli sconti, avranno quest’anno ampia scelta di taglie e colori fra le quali scegliere. Un’occasione anche per mettere in valigia capi nuovi alla partenza delle vacanze”.

Il caldo ha riproposto l’annosa questione della loro data di avvio: “è troppo anticipata, più che vendite di fine stagione sembrano sempre di più vendite d’inizio – sottolinea la presidente di Federmoda-Confcommercio Toscana Federica Grassini - poi di sicuro non aiuta l’attuale confusione relativa a sconti, offerte, promozioni, con imprese che non rispettano le regole restando impunite per assenza di controlli. Da più parti quindi si sente l’esigenza che le istituzioni ribadiscano il principio “stesse regole per lo stesso mercato”, riportando finalmente un po’ di serenità e trasparenza sul mercato”.

“Ormai per quest’anno è troppo tardi, ma Federmoda si è impegnata a trovare al più presto una soluzione per inserire i saldi in una collocazione temporale più appropriata”, fa sapere la presidente Grassini, “in autunno apriremo a livello nazionale un tavolo di confronto serrato sul tema con gli altri soggetti economici, sociali e istituzionali coinvolti, in modo da avere tempi congrui per la programmazione delle nuove date e per la loro promozione”.

Già quest’anno, alle prime avvisaglie della cattiva stagione, Federmoda si era mossa lanciando un sondaggio interno alla categoria, raccogliendo l’unanime orientamento a spostare i saldi in avanti, sia d’inverno che d’estate. “Non di molto, basterebbero tre o quattro settimane in più in modo da iniziare i saldi estivi a fine luglio e quelli invernali a fine gennaio”, precisa Federica Grassini.

“Il fattore climatico incide da sempre sulle vendite della moda, ma la falsa partenza di questa primavera-estate è stata particolarmente penalizzante per tutti, visto il periodo già di forte contrazione dei consumi. E poi non ha fatto che acuire un problema che comunque ci sarebbe stato, quest’anno come ogni anno: l’avvio delle vendite di fine stagione ha un anticipo eccessivo. Per questo è importante che si arrivi ad una soluzione definitiva e condivisa a livello nazionale, attraverso la Conferenza Stato-Regioni”.

“Poi, sarà importante far rispettare a tutti quanto deciso. Ci vuole questa garanzia, altrimenti tutto il lavoro è vano”, aggiunge la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini, “le istituzioni devono impegnarsi affinché tutti i canali distributivi siano tenuti a rispettare le stesse regole. Senza controlli e senza sanzioni ai soliti furbi di fatto si legittima una deregulation che non fa bene al mercato, neppure ai consumatori, che in questa guerra dei prezzi al ribasso perdono di vista il vero valore delle cose. Šeit, la sfida del consumatore del terzo Millennio dovrebbe essere quella di chiedersi quanto vale un prodotto, non solo quanto costa”.

Resta da risolvere lo scoglio dell’e-commerce. “Il web non ha limiti né geografici né temporali ed è senza dubbio difficile imporglieli. Ma senz’altro ci sono strumenti legislativi che possono riportare alla concorrenza leale il mercato, che sia off oppure on line”, aggiunge la presidente regionale di Federmoda Federica Grassini.

Tāpat kā katru gadu, Confcommercio ricorda alcuni principi di base per il corretto acquisto degli articoli in saldo:

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.

3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.

4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.

5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

Simona Michelotti
Dal numero 256– Anno VI del 10/7/2019