Firenze ha ricordato il 38° anniversario del sacrificio dell’Agente di Polizia Fausto Dionisi
ದಿ 20 gennaio la città di Firenze ha ricordato il 38° anniversario dell’uccisione, da parte dei terroristi di Prima Linea, dell’Agente di Polizia Fausto Dionisi, avvenuto in via delle Casine nel 1978.
Erano presenti il Questore Raffaele Micillo, la vedova Mariella Magi Dionisi, il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani e molte autorità cittadine, provinciali e regionali, fra le quali l’On. Valdo Spini, oltre a tantissimi colleghi.
Presente anche l’ex Prefetto di Firenze, Paolo Padoin che ha vissuto in prima persona quel tragico giorno: “Ricordo perfettamente – ha scritto Padoin su Firenzepost.it – quell’episodio: è passato ormai molto tempo, ero in servizio alla Prefettura di Firenze e arrivò la notizia che un agente della Polizia di Stato, appunto Fausto Dionisi, era stato ucciso durante un fallito tentativo di alcuni militanti di Prima Linea di far evadere alcuni detenuti dal carcere delle Murate. L’intervento della pattuglia della Polizia di Stato scongiurò il fatto, ma nel conflitto a fuoco Dionisi venne ferito a morte dai colpi esplosi dai malviventi. Era sposato con Mariella Magi e aveva una figlia di due anni e mezzo, Jessica, oggi in servizio alla prefettura di Napoli; è stato insignito, ಮೆಮೊರಿ, della Medaglia d’oro al Valor Civile e della Medaglia d’oro di vittima del terrorismo”.
Anche il Vice Ministro e Segretario del Partito Socialista, On. Riccardo Nencini, ha ricordato il sacrificio dell’agente: “Oggi più che mai, che l’Europa vive il clima degli anni di piombo che insanguinarono l’Italia, bisogna rispondere all’insicurezza e alla paura con gli strumenti della libertà e della civiltà.Non vanno resi vani i tentativi dei familiari delle vittime a tener vivo il ricordo dei loro cari, caduti sotto il piombo terrorista sacrificando la propria vita al servizio dello Stato, della legalità, della democrazia e per aver combattuto contro la logica distruttiva della violenza e del terrore”, ha detto Nencini che rinnova la vicinanza a Mariella Magi Dionisi “che da quasi quartant’anni dedica la propria vita all’impegno civile e alla lotta per la memoria delle vittime delle stragi del terrorismo”.
Anche il Presidente della Commissione Politiche Sociali e della Salute-Servizi sociali e Sanità, Nicola Armentano, in rappresentanza del Sindaco di Firenze, ha partecipato alle cerimonie: “Il ricordo di Dionisi è ancora molto vivo in tutti i fiorentini che, ancora oggi, ricordano i tragici fatti di trentotto anni fa. Dionisi – ha dichiarato Armentano – lasciò la moglie, la Signora Mariella Magi ed una figlia molto piccola. Una ferita enorme che ancora non è stata sanata dal giorno del terribile agguato che l’agente di polizia dovette subire con altri due colleghi per cercare di sventare l’assalto di un commando che cercava di liberare alcuni compagni dal carcere delle Murate. Aver rappresentato l’amministrazione comunale è stato un onore. Firenze non dimentica ed è sempre vicina alle forze dell’ordine ed a coloro che sono caduti per difendere la libertà, i valori ed i principi della Costituzione e che quotidianamente sono al servizio della collettività e dello Stato”.
Tre le cerimonie svoltesi in città: la deposizione del mazzo di fiori del Capo della Polizia sulla tomba dell’Agente Dionisi al cimitero comunale di Firenze a Peretola, la messa officiata dal Cappellano della Polizia, don Rosario Palumbo, e la posa della corona di fiori in via delle Casine, sul luogo dell’attentanto.
In Questura il ricordo ufficiale è toccato al Presidente della sezione ANPS di Firenze, Sergio Tinti: “Fausto Dionisi è morto per amore. Amore per la libertà e per la giustizia: è morto perché il nostro Stato viva”.
Se il mandante riconosciuto e condannato, Sergio D’Elia non siede più in Parlamento, dove ha ricoperto l’incarico istituzionale di Segretario della Camera dei Deputati, quale eletto nel partito della Rosa nel Pugno/PD, solo a causa di una crisi di governo, nonostante la sollevazione popolare, soprattutto di consigli comunali, regionali, provinciali di molte parti dell’Italia, Franco Coda, che risulta essere quello che materialmente ha ucciso l’Agente Dionisi, non è mai stato preso, e Vito Biancorosso non è stato giudicato, perché quando arrestato dopo 20 anni il reato era andato in prescrizione, a distanza di tempo le cose non sono cambiate.
Un terrorista quale Renato Curcio ha lanciato appelli allo Stato perché gli venisse riconosciuta una pensione, i fratelli Solimano, altri due terroristi acclamati e condannati, uno voleva diventare Assessore al Comune di Livorno, l’altro siede nella Fondazione Michelucci; altri si gongolano all’estero forti del sostegno di governi esteri, come Cesare Battisti, che se la gode in Brasile, che non concede l’estradizione, fino ad arrivare ad altri, come Sofri, che ora ammettano, in libri scritti da loro, “qualcosina” dei loro efferati crimini, dicendo però che la società civile e lo Stato possono soprassedere e fare finta di nulla.
Solo le vittime, e con loro le rispettive mogli e figli, che spesso, come nel caso di Dionisi, non hanno non solo potuto crescere col proprio padre, ma non lo hanno nemmeno conosciuto perché avevano pochi anni di vita, non hanno diritto ad una seconda opportunità, e soprattutto non hanno ottenuto Giustizia!!!!!!
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ಫ್ರಾಂಕೊ ಮೇರಿಯಾನಿ
ಸಂಖ್ಯೆ 96 – Anno III del 20/1/2016
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