“Gast-Arbeiter,Intervista a un emigrante” di Angelo Pettofrezza

gastarbeiterAngelo Pettofrezza, classe 1947, di Copertino, già noto nell’ambito editoriale, pubblica con Lupo Editore il libro “Gast-Arbeiter,Intervista a un emigrante”.

Protagonista è un emigrante salentino in Germania che, attraverso la storia romanzata, risponderà a tutte le domande della penna e della mente curiosa di Angelo Pettofrezza.

Ricordi legati all’istruzione tedesca, l’educazione italiana in un altro paese, gli sguardi o i pensieri della gente verso lo straniero, e poi tutti quegli elementi in comune come sogni, desideri, famiglia…

Uno spaccato di vita reale, raccontato all’interno di un portico con il mare salentino da sfondo che porteranno con sé il lettore lontano nel tempo.

Trama, idea e scrittura, meritano 5 stelle su 5.

“Come nasce ‘Gast-Arbeiter’? Durante una conferenza tenuta presso l’Ambasciata d’Italia in Berlino nel 2005 – spiega Angelo – l’ascolto dei vari interventi aveva risvegliato in me sopiti ricordi della vita vissuta da emigrante. La mia amica Ada Aimonetto mi pose delle domande su aspetti particolari di cui aveva sentito parlare i relatori. Risposi dettagliatamente e, per me, in modo molto naturale e osservò che sarebbe stato bello scrivere quelle esperienze”.

Raccontando la mia vita da emigrante – continua lo scrittore – mi sono riproposto di far conoscere il mondo tedesco sotto un’altra angolatura, cercando di eliminare certi preconcetti nei confronti dello “straniero” (obiettivo, direi, peraltro impossibile), ma al tempo stesso mettendo il dito su alcuni punti dolenti della nostra realtà italiana. In quegli anni gli italiani non erano ben visti e i rapporti con i tedeschi non erano sempre idilliaci, anche a causa della guerra e della costruzione del muro tra le due Germanie. Infatti, questo titolo “Gast-Arbeiter” è stato dato proprio prima di andare in stampa, suggerito da una cara ragazza che lavorava presso la casa editrice. All’inizio non volevo, perché Gastarbeiter (lavoratore ospite) era dispregiativo. Venivano così chiamati gli operai stranieri, proprio perché  il loro soggiorno in Germania doveva essere limitato e perché non venivano visti come persone, ma come braccia di lavoro, come scrisse Thomas Mann in una sua opera. Alla fine ho diviso i due vocaboli che la compongono e lasciato il titolo originario come sottotitolo”.

“Invito a leggere il mio libro – consiglia Pettofrezza – perché racconta la storia di un ragazzo sradicato dal luogo familiare e trapiantato in una terra sconosciuta e che grazie ai suoi genitori e al suo amico fraterno e alla sua famiglia, riesce a superare le difficoltà che gli si pongono davanti riuscendo a integrarsi, pur mantenendo separate le due identità. Invito a leggerlo, però, soprattutto perché tratta un tema molto attuale. Ogni giorno veniamo confrontati con notizie di sbarchi e naufragi di immigrati e ho notato che stiamo passando dall’indifferenza all’ostilità nei confronti di questi poveretti. E questo mi fa male, perché l’Italia è stata da sempre terra di emigrazione e continua a esserlo, anche se oggi sono i giovani laureati che vanno all’estero”.

“Per il futuro – conclude l’autore – ho diversi progetti, ma il più imminente è un nuovo romanzo che uscirà il prossimo anno. Anche questo racconto tratterà una storia vera, attinta sempre dal mondo dell’emigrazione e dal mio vissuto e il cui titolo è: ‘Corte d’Assise’, che mostra come l’emigrazione abbia fatto la fortuna di tanti, ma rovinato anche moltissime famiglie”.

Angelo Pettofrezza per Lupo Editore, 121 pagine, prezzo di copertina 13 euro.

Eleonora Marsella
Blog di Eleonora Marsella

Dal numero 136 – Anno III del 30 /11/2016