La Madonna delle Grazie, “dal Ponte al Lungarno”

Il 21 maggio scorso l’Oratorio di santa Maria delle Grazie, sul lungarno Diaz 6, ha ricordato il 140° anniversario della traslazione dell’affresco della Madonna delle Grazie, dalla cappellina originariamente posto sul ponte Rubaconte, oggi Ponte alle Grazie, fino all’attuale oratorio, costruito all’interno di uno dei palazzi della famiglia Alberti.

Gli Alberti offrirono generosamente questo spazio affinché l’immagine mariana tanto amata e venerata dai fiorentini di allora potesse continuare ad essere amata e venerata dai fiorentini di sempre, di generazione in generazione, oltre a salvaguardare la città dalle tremende alluvioni.

È qui infatti che dal 1994, per volontà dell’Associazione Firenze Promuove, che ogni 4 novembre viene celebrata una santa messa per le 17 vittime della città e le 18 della Provincia, dovute all’alluvione che colpì la città la mattina del 4 novembre 1966.

In 20 anni di celebrazioni annuali, in questa cappellina sono venuti a celebrare i Cardinali Piovanelli e Betori, quest’ultimo ex Angelo del Fango nel 1966, il Vescovo Emerito di Prato, Mons. Pietro Fiordelli, che ogni mattina da Prato mandava una valigia piena di ogni “ben di Dio” al Cardinale di allora, Florit, da distribuire alla popolazione, e tanti parroci di parrocchie alluvionate.

Il ponte Rubaconte, costruito nel 1237, è detto anche “ponte sacro” perché sulle due pile furono edificate piccole cappelle dedicate alla Vergine e ad alcuni Santi insieme a piccoli romitori abitati da donne che vivevano in clausura e si dedicavano alla preghiera.

Sulla prima pila del ponte, al di qua dell’Arno, era posto un tabernacolo che custodiva un affresco di scuola giottesca raffigurante la Madonna col Bambino (1310); nel 1371 il tabernacolo venne poi trasformato in oratorio da Iacopo di Carroccio della famiglia degli Alberti, diventando ben presto meta dei fiorentini che passando di lì si fermavano in preghiera.

Le cronache dell’epoca narrano che la devozione del popolo crebbe a tal punto per le grazie ricevute, che nel tempo la cappella cambiò il nome da “Santa Maria” in “Santa Maria delle Grazie”, e anche il ponte fu chiamato, come è detto tutt’oggi, Ponte alle Grazie.

Le celebrazioni si susseguivano dalle prime ore del mattino fino a impegnative veglie notturne, specialmente nelle solennità e nelle feste mariane.

Tanto era l’afflusso dei fedeli che nel 1828 il Rettore dell’oratorio scrisse al Papa Leone XII per chiedere di poter celebrare l’Eucarestia oltre gli orari allora consentiti per poter soddisfare tutte le richieste della popolazione.

Quando però nel 1865 Firenze divenne capitale del Regno d’Italia, fu progettato l’ampliamento del ponte per farvi passare sopra la tramvia.

Questo implicava la demolizione degli edifici posti sul ponte, compreso l’oratorio.

Subito si sollevarono le proteste dei fedeli e non fu facile trovare una soluzione.

Tra le proposte avanzate: arretrare l’oratorio oppure ricostruirlo in piazza Mentana o nella piazza dei Mozzi, proposte che però furono respinte dal Comune perché erano troppo economicamente onerose.

Alla fine, dopo lunghe trattative, il Conte Mario Alberti, con i figli Arturo e Guglielmo, decise di sventrare parte del suo palazzo posto sul Lungarno Diaz a pochi metri dal ponte e di costruirvi all’interno il nuovo oratorio dove ora l’affresco è custodito da 140 anni, dal 22 maggio 1874, anno in cui l’oratorio fu benedetto da Mons. Gioacchino Liberti, Arcivescovo di Firenze.

Da maggio scorso,  una lapide commemorativa ricorda il 140° anniversario della traslazione.

Tale lapide, posta sulla facciata, è stata benedetta durante i solenni festeggiamenti presieduti dal Cardinale Silvano Piovanelli.

Quest’anno la Messa del 4 novembre, come raccontiamo in un altro articolo del giornale, verrà celebrata alle ore 11 e sarà presieduta da Mons. Giancarlo Corti, Vicario del Vescovo per la Carità e Proposto della Cattedrale.

Mattia Lattanzi

Dal numero 37 – Anno I del 29/10/2014