Le nuove sale Giapponesi del Museo Stibbert

Museo Stibbert - Sale GiapponesiRealizzate da Stibbert tra il 1889 e il 1890 con la collaborazione di Gaetano Bianchi e Cesare Fortini, le Sale Giapponesi del Museo Stibbert a Firenze, riuniscono la collezione di armi e armature, oltre a molti oggetti decorativi, provenienti dal paese del Sol Levante.

L’allestimento originario fu in parte modificato nei primi decenni del secolo scorso da Alfredo Lensi, il primo direttore del museo, e da allora questi ambienti non erano mai stati oggetto di un restauro.

Il Museo Stibbert, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che si è fatta promotrice di questa importante opera di ripristino coinvolgendo anche altri sponsor, dall’aprile scorso ha riaperto la sezione dell’armeria giapponese completamente rinnovata sia per quanto riguarda gli ambienti e le loro decorazioni che le straordinarie armature dei samurai.

La Sezione Giapponese del Museo Stibbert nasce sulla scia dei due grandi interessi di Frederick Stibbert: la storia delle armi e la storia del costume, interessi che hanno permesso di formare una delle più straordinarie collezioni esistenti al mondo.

È la prima grande collezione monotematica che nasce in Italia, intorno al 1870, ed una delle prime al mondo al di fuori del Giappone.

Frederick Stibbert fu folgorato dall’arte giapponese, vista per la prima volta approfonditamente durante l’Esposizione Universale di Parigi nel 1867. Partendo da un piccolissimo nucleo di opere acquistate subito dopo l’esposizione parigina, Stibbert si impegnò sistematicamente fino a pochi mesi prima della sua morte, acquistando opere in Inghilterra, Francia, Italia, o direttamente in Giappone, tramite agenti di fiducia.

Il risultato fu uno straordinario insieme di armi e armature, else e corredi di spada, oggetti d’arredo, rotoli dipinti, tessuti e costumi, la maggior parte dei quali di grande valore artistico e storico.

La cosa straordinaria è che, pur non essendo mai andato in Giappone, Stibbert fu capace di trasmettere emotivamente attraverso le opere acquisite le sensazioni tipiche di quella terra, grazie alla sua sensibilità e al suo gusto romantico.

La collezione è distribuita in quattro sale al primo piano, ed è composta da circa 1800 numeri d’inventario.

Il nucleo principale è costituito da armi bianche, da fornimenti di sciabola, da armature ed elmi; segue un piccolo ma significativo numero di armi da fuoco e una collezione di archi, frecce, e faretre di varia tipologia.

Lacche, suppellettili, mobili, porcellane, stampe, rotoli e costumi completano la raccolta.

Quasi tutti gli oggetti sono rappresentativi del periodo compreso tra la seconda metà del XVI e la seconda metà del XIX secolo, periodo in cui il Giappone fu governato dalla classe militare dei samurai; non mancano però alcuni oggetti anche più antichi, databili agli inizi del XVI secolo, e alla seconda metà del XIV secolo.

Tali ambienti, che non erano stati oggetto finora di alcun intervento conservativo, ultimamente avevano subito gravi danni a causa delle infiltrazioni d’acqua provenienti dal tetto.

Le decorazioni in stile neogotico delle pareti e dei soffitti delle due sale principali erano state parzialmente danneggiate e così anche le vetrine che furono allestite, intorno agli anni trenta del secolo scorso.

Gli interventi di restauro, finanziati dalla Fondazione Ente Cassa di Risparmio, hanno riportato al loro originario aspetto tutti gli ornati che fanno da scenografico sfondo alle armature dei samurai, le vetrine e gli arredi secondo lo spettacolare gusto tipico di Frederick Stibbert.

Mattia Lattanzi
Dal numero 173 – Anno IV del 27/9/2017