Millenario San Miniato: la facciata della Basilica trasformata da Cauteruccio

Oltre duemila persone lo scorso fine settimana hanno partecipato alla prima dello spettacolo “Dal Monte una Luce Aurorale” del regista Giancarlo Cauteruccio nell’ambito degli eventi culturali per festeggiare il Millenario della Basilica di San Miniato al Monte.

La magnifica facciata della Basilica si è trasformata in un fondale dinamico, architettura di luce davanti alla quale il corpo dei performer ha dato vita al racconto delle forme, degli elementi, dei simboli e dei misteri, per una drammaturgia audio-visuale di forte impatto percettivo. La performance è un’intensa sollecitazione sensoriale che favorisce il volo percettivo, il quale attraverso la vibrazione della luce, unisce la profonda spiritualità di San Miniato al Monte alla città sottostante ed esalta la peculiarità di San Miniato al Monte: il divino che si rispecchia nell’umano attraverso la perfezione delle forme geometriche.

Lo spettacolo “Dal Monte una Luce Aurorale” comincia con il lavoro degli uomini, “costruttori”, portatori di scienza, operai che con fatica, pietra su pietra, edificano una fabbrica destinata ad attraversare i millenni.

Gli allievi del laboratorio di Teatro/Architettura, coordinati dalla coreografa Margherita Landi, aprono la prima scena, lavorando con la terra, la pietra e il legno per mostrare la volontà umana di cercare la connessione tra cielo e terra.

Una torre-scultura lignea, posta al vertice della Scala Santa, è la simbolica soglia di accesso tanto all’area della basilica quanto alla città. Da questa torre prende vita la videoproiezione, che genera il mapping visuale ideato da Massimo Bevilacqua e guidato dalla colonna sonora di Alessio Bianciardi (anche curatore delle elaborazioni video), con brani di Giusto Pio, già autore musicale per vari spettacoli di Krypton, amava San Miniato, e Cauteruccio ha voluto portare nel progetto il suo amico recentemente scomparso.

L’attore Roberto Visconti accompagna il pubblico nelle visioni, interpretando un testo del regista, mentre la cantante-performer Chiara De Palo interpreta lo spazio come luogo speciale di meditazione, attraverso la voce e l’azione minimale e geometrica.

Matt Lattanzi
De numero 217 – Anno V del 12/9/2018

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