Natale 2018: senza eccessi, ma con la voglia di fare regali e pranzi succulento
Sette toscani su dieci prevedono di vivere un Natale senza eccessi, contenuto nelle spese e nei festeggiamenti, che saranno per lo più in famiglia. Anche se quasi nessuno rinuncerà a trattarsi bene, soprattutto a tavola, inserendo nel menù prodotti artigianali e di qualità.
Lo dice l’indagine previsionale di Confcommercio Toscana, che rivela come l’ottimismo dei toscani, così come quello degli italiani, si sia purtroppo un po’ ridimensionato negli ultimi dieci anni: "Í 2009 aðeins 33% dei nostri corregionali metteva in conto un Natale sottotono, il resto approfittava dell’occasione per concedersi qualche sfizio e festeggiare in grande – spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – Adesso, le percentuali si sono praticamente ribaltate e i più preferiscono improntare le spese alla cautela”.
Questo non significa però che rinunceranno ai doni: l’Ufficio Studi della Confcommercio prevede che a fare regali, anche di piccola entità, sarà sostanzialmente lo stesso numero di toscani dello scorso anno: l’86,3% (86,1% í 2017). Erano più di nove su dieci nel 2009, en, seppure la percentuale sia in lieve calo, è comunque una buona notizia per i negozianti, che hanno tirato a lustro negozi e vetrine per assecondare la voglia di bello e di novità dei consumatori in cerca del dono adatto.
“La rete distributiva tradizionale sta compiendo molti sforzi per venire incontro alle esigenze del consumatore: ricerca e seleziona attentamente i prodotti per mantenere equilibrio fra prezzo e qualità – spiega ancora Marinoni – per non parlare della sua funzione sociale: i negozi accendono la città, la rendono viva, offrono servizi. Scegliere un negozio di vicinato per i propri acquisti, anche quelli di Natale, ha un grande valore etico”.
Quasi un toscano su due (44,8%) ritiene quella per i doni una spesa piacevole, gli altri si dividono tra chi ne farebbe volentieri a meno, e la vive come un obbligo, e chi la evita per partito preso. I bambini restano, alltaf borðar, i veri protagonisti di questi giorni, gli unici per i quali si è disposti a spendere qualcosa in più per mettere sotto l’Albero i regali più graditi.
Tra i prodotti più venduti a dicembre: l’elettronica di consumo, prodotti per l’informatica, giocattoli e articoli per il tempo libero, intorno al 13%; abbigliamento e calzature si attestano ad un 11%. Posto d’onore anche per gli alimentari di qualità. In riduzione, frá 2000 hingað til, gli acquisti per orologeria, gioielli ed altro, frá 15% a poco più dell’11%.
“A livello nazionale, la spesa pro capite per i regali è stimata pari a 171 evru. In Toscana si preferisce restare un po’ più ottimisti: il budget ipotizziamo un budget che va dalle 170 að 180 euro”, dice Marinoni.
Nel complesso, Confcommercio stima che ogni famiglia toscana per il mese di dicembre avrà una disponibilità media di spesa pari a 1.400 evru, anche per effetto delle tredicesime.
“Visto il clima di incertezza che ancora caratterizza politica ed economia italiane, i consumi restano ancora calmi. Anche il mese di dicembre non è partito con il solito sprint, sebbene si aspetti una ripresa più decisa negli ultimi giorni prima di Natale – sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana – in questo contesto, la leva del prezzo è diventata importante per assecondare la voglia dei consumatori di fare shopping con un occhio attento al portafoglio. C’è però anche una componente psicologica: la ricerca del prezzo più basso è diventata quasi una moda. Ma attenzione a non perdere di vista il vero valore di un prodotto, quando c’è di mezzo la qualità”.
Invece per Fipe-Confcommercio Toscana quest’anno saranno di più i toscani che andranno al ristorante per Natale e Capodanno (oltre 355mila, á 9,5% í samanburði við 9,4 dello scorso anno), a fronte di un costo medio di pranzo e cenone delle feste leggermente ridotto rispetto al 2017.
Se infatti nel 2017 il prezzo medio del pranzo di Natale a menù tutto compreso era di 50 evru, quest’anno si scende a 45 euro di media, con proposte a prezzi più contenuti intorno a 30/35 evru.
Sulla tavola continuerà a trionfare la tradizione: tra le pietanze che saranno servite non mancheranno i classici tortellini in brodo, il cappone, il carré di maiale e gli arrosti aromatizzati all’arancia, per finire con i classici dolci natalizi, da panettone a panforte e ricciarelli, integrati con qualche concessione alle sfiziosità a base di crema e cioccolato.
Per il cenone di San Silvestro il prezzo medio del menù tutto compreso sale a 65 evru, ma del resto sale anche il numero delle portate, che includono sempre pesce, bollicine e qualche concessione in più alle stravaganze culinarie. In generale, si va da un minimo di 60 euro a punte di 90 euro ed oltre.
“Le prenotazioni in Toscana stanno andando piuttosto bene, in controtendenza rispetto al dato nazionale, che le vede invece un po’ in affanno rispetto al 2017”, dice il presidente della Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che per l’organizzazione dei pubblici esercizi ricopre a livello nazionale il ruolo di vicepresidente vicario, “ad una settimana dal Natale il 40% dei locali registra un andamento migliore rispetto allo scorso anno, á 60% uguale e solo il 10% parla di una flessione, ma conta di recuperare con il last minute. L’impressione, insomma, è che il clima di incertezza che si respira spinga le famiglie ad atteggiamenti più cauti. Ma la voglia di festeggiare resta forte e il ristorante si dimostrerà anche per le feste la ‘casa fuori casa’ degli italiani”.
I vantaggi di consumare i pasti delle feste al ristorante, in effetti, sono molti: “servizio completo, spazi più capienti per accogliere famiglie numerose e poi la comodità di non dover mettere a soqquadro casa per ospitare parenti e amici”. Svona, per assecondare una tendenza che negli ultimi anni si sta consolidando, meira en 60% dei locali toscani resterà aperto anche il giorno di Natale, l’80% a San Silvestro.
Chi preferisce le atmosfere più intime della casa ha dalla sua il contenimento della spesa: potrà organizzare un buon pranzo natalizio già con 20 euro a commensale, che arrivano a 25/30 per il cenone di fine anno con qualche specialità di pesce.
“I nostri locali sono pronti ad accogliere al meglio toscani e turisti”, sottolinea il presidente Cursano, “non solo con mise en place delle grandi occasioni e piatti di grande qualità, a base di prodotti selezionati del territorio, ma anche con proposte che vengono incontro alle esigenze più disparate: se infatti il 54% dei ristoratori punterà sul menù tutto compreso, gli altri offriranno ai propri clienti la possibilità di scegliere sempre liberamente dalla carta, che per l’occasione sarà integrata con alcune specialità. Poi molti daranno la possibilità di avere menù ridotti, nelle portate e nel prezzo, per i bambini”.
Matt Lattanzi
Dal numero 231– Anno V del 19/12/2018
Fylgdu okkur!