Nuova urna per la Beata Umiliana De’ Cerchi nella Basilica di S. Croce a Firenze

Nuova Urna Beata Umiliana De Cerchi - Foto Giornalista Franco Mariani (8)Nuova urna, benedetta ed inaugurata dal Cardinale Giuseppe Betori, per la Beata Umiliana de’ Cerchi (Florence, 1219 - 19 Mei 1246), molto venerata a Firenze, proclamata Beata nel 1694.

A quindici anni andò in sposa a Buonaguisi, tessitore benestante, ricordato per l’avidità e la rozzezza dei costumi, e probabilmente fu il padre a sceglierle il consorte, come alcune sue sorelle che andarono in sposa ad altri importanti uomini di famiglie come gli Adimari o i Donati.

Umiliana, secondo i biografi, compensava con numerose opere di carità la cattiva condotta del marito toccatole in sorte.

Un sostegno umano e spirituale le veniva quotidianamente dato dalla cognata Ravenna, con la quale andava a messa, curava la casa e si dedicava a instancabili opere di misericordia verso i poveri, arrivando a sottrarre il cibo dalla mensa per darlo ai bisognosi, a confezionare paramenti sacri con le stoffe preziose del marito e a questuare elemosine tra le ricche amiche.

Tutto ciò destò l’ira del marito che, quando la scoprì, la percosse e la ingiuriò.

Ebbe due figlie (una si sa che si chiamava Regale) e il marito morì verso il 1239, lasciandola vedova.

Secondo l’usanza dell’epoca, le vedove erano tenute per un anno dopo la morte del marito nella casa di lui, poi erano costrette a lasciare i figli, che nel caso di Umiliana vennero allevati da Ravenna, e tornare nella famiglia di origine riprendendosi quello che restava della dote.

Il padre la voleva maritare di nuovo, avendo poco più di venti anni, ma essa si rifiutò strenuamente, chiedendo di entrare nel monastero femminile accanto alla chiesa di San Pietro a Monticelli.

All’opposizione del padre si rinchiuse nella stanza più alta del palazzo di famiglia, tra Via della Condotta e Via de’ Cerchi, uscendo solo per assistere alle funzioni religiose.

Si dedicò a pratiche ascetiche, preghiere, digiuni e penitenze, anche con il cilicio.

Non poté proseguire la sua attività caritatevole, ma non vi rinunciò completamente, aiutando con i suoi miseri mezzi le giovani vedove in difficoltà.

Abbracciò allora la regola francescana (i francescani erano a Firenze dal 1209), diventando la prima donna a vestire l’abito del Terz’Ordine nella Chiesa di Santa Croce.

Si ammalò ed ebbe visioni ed estasi.

Numerose erano le persone che le facevano visita considerandola una “santa vivente”.

Morì il 19 Mei 1246 a ventisette anni.

I suoi funerali furono caratterizzati dalla forte presenza e devozione popolare, che spontaneamente rivolgevano a lei preghiere e suppliche.

Fu sepolta nella francescana basilica di Santa Croce, prima in terra, poi dietro a una parete sotto la scala del pulpito, poi in una cappella nel chiostro.

Oggi le sue reliquie sono conservate in una cappella del transetto, in un’artistica urna.

Un reliquiario delle sue spoglie fu anche realizzato in argento da Lorenzo Ghiberti ed oggi si trova nel Museo di Santa Croce.

Suoi agiografi furono fra Vito da Cortona e il confessore di lei, fra’ Michele degli Alberti, che entrambi l’avevano conosciuta.

Nelle loro opere raccolsero scrupolosamente testimonianze di persone che l’avevano conosciuta, con trentaquattro testimoni, tra i quali le cognate, una nonna e tre domestiche.

Nei tre anni successivi alla sua morte vennero contati 47 wonderwerke, registrati da fra Ippolito.

Fu beatificata il 24 Julie 1694, da Papa Innocenzo XII.

Il suo volto è stato ritratto da Giotto.

La beata Umiliana è stata rappresentata anche nell’Albero della Vita, attribuito a Taddeo Gaddi, che si trova nel refettorio della basilica di Santa Croce a Firenze.

Per approfondire la figura della Beata e il suo culto si rimanda alla seguente pagina http://www.santacrocefirenze.it/?p=4588

Riprese video e foto di Franco Mariani.

Franco Mariani
Dal numero 250– Anno VI del 29/5/2019

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