O flos colende: giovedì 14 Giugno ore 21,15 chiesa della Badia Fiorentina

In occasione dei cinque anni di pontificato di Papa Francesco, O flos colende, la rassegna di musica sacra promossa dall’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze, rende omaggio alla cultura di diffusione popolare del credo cristiano portata avanti, fin dalle origini, dalla Compagnia di Gesù.

Ed è così un appuntamento dall’attrattiva e dal significato davvero particolari quello proposto per giovedì 14 giugno (ore 21,15), eccezionalmente ospitato nella Chiesa di Santa Maria Assunta nella Badia Fiorentina e non, come consueto, in Duomo, grazie alla collaborazione con le Fraternità monastiche di Gerusalemme.

La serata riprodurrà infatti le atmosfere di quegli spettacoli e di quegli intrattenimenti spirituali, costruiti sull’interazione di parole e musica, realizzati dai padri della Compagnia di Gesù, in epoca barocca e in tutta Europa, per educare a principi morali e religiosi pubblico e studenti.

A riproporle, con la semplicità immediata del loro messaggio spirituale, una coppia di rinomati attori come Cristina Borgogni e Paolo Lorimer, che reciteranno i testi di predicatori e poeti gesuiti come Daniello Bartoli, Giacomo Lubrano e Paolo Segneri.

Con loro, Gabriele Giacomelli, organista e direttore artistico di O flos colende, al quale spetterà il compito di ricreare le musiche di quegli intrattenimenti seduto a uno degli organi più antichi al mondo, opera di Onofrio Zefferini (1558).

Uno strumento ideale per ricreare lo spirito di quegli spettacoli, con musiche composte oppure raccolte e pubblicate da musicisti membri della Compagnia di Gesù: fra questi Domenico Zipoli, attivissimo e assai popolare ancor oggi in America Latina (e particolarmente apprezzato da Papa Francesco), e Athanasius Kircher, al quale si devono anche le prime trascrizioni di alcuni affascinanti brani popolari di tradizione orale (Antidotum TarantulaeVera Tarantella ecc.), che per secoli sono stati eseguiti nel Mezzogiorno italiano, anche in occasione di pellegrinaggi e in alcune cappelle, con funzione apotropaica: la credenza popolare voleva che chi veniva morso da una tarantola diventasse preda di reazioni isteriche curabili solo con musiche appropriate, come la tarantella.

Brani creduti veri e propri antidoti musicali, che Giacomelli eseguirà fedele alle modalità esecutive dell’epoca: variazioni, preludi e interludi volutamente estranei alle regole della musica colta, e che trovano invece ispirazione diretta nello stile volutamente ‘sgrammaticato’, ma spontaneo e straordinariamente emozionante, della musica popolare del tempo.

“Parte di questo programma getta luce su un repertorio musicale appartenente non al cànone estetico della musica ufficiale, di corte o di chiesa, quanto alla tradizione orale, popolare – ha spiegato Giacomelli – Furono proprio i gesuiti a venire incontro alle tradizioni locali dei popoli che evangelizzavano, favorendo originali commistioni fra riti preesistenti e fede cristiana, mescolando nelle cerimonie religiose il latino con i dialetti parlati, trovando insomma soluzioni che fossero il più possibile rispettose delle culture ‘altre’, dai conquistadores invece brutalmente cancellate”.

Ingresso libero: dato il limitato numero dei posti è indispensabile la prenotazione, da effettuarsi via email (eventi@operaduomo.firenze.it) o telefonicamente (055/2302885).

Mattia Lattanzi
Dal numero 208 – Anno V del 13/6/2018