Quando l’Imperatore d’Oriente si fermò a Peretola

palazzo imperatore oriente a PeretolaIn via de’ Vespucci verso via San Biagio a Petriolo, nell’antico borgo, oggi rione fiorentino, di Peretola, nel punto in cui la prima confluisce nella seconda, si trova un edificio, Palazzo de’ Pilli con un ampia facciata giallo sgargiante, con una piccola targa posta sulla facciata all’altezza di via Vespucci che ricorda il passaggio e il soggiorno, presso quella stessa abitazione, dell’Imperatore d’Oriente Giovanni VII Paleologo, avvenuta il 27 luglio 1439.

All’epoca l’Imperatore d’Oriente si trova a Firenze per partecipare al Concilio di Firenze organizzato allo scopo di comporre i pluricentenari dissidi fra le Chiese d’Oriente e di Occidente.

L’Imperatore fu ospite di Giovanni di Jacopo di Latino de’ Pilli per un fatto curioso, come ha lasciato testimonianza lo stesso Giovanni.

Giovanni, sostando un giorno nella piazzetta di Peretola, vide il nobile Agnolo di Jacopo Acciaioli bussare, senza successo alla porta della chiesa di Peretola, venendo a sapere dallo stesso che veniva da Pistoia, via Prato, con l’Imperatore d’Oriente, il quale cercava ospitalità in parrocchia, ma non trovando nessuno, Giovanni offrì la sua abitazione.

Giovanni nelle sue memorie, dove si sofferma in particolar modo sui pasti, narra che “venne chon quaranta in cinquanta chavagli molto bene a punto et chon molti suoi baroni, signori e gentili huomini; er perche lui era perduto nelle gambe entrò insino nella nostra sala a chavallo, e quivi dormì uno sonno per insino che quegli suoi providono al suo mangiare. Et nota, chella prima vivanda mangiò una insalata di porcellana et di prezemoli chon molte cipolle, et lui stesso volle nettare. Dipoi ebono pollastri e pipioni lessi, e dipoi pollastri e pipioni squartati e fritti nella padella con lardo, ellultima sua vivanda fu certe huova gettate in sui mattoni chaldi, dove s’erano cotte l’altre cose; e messogliele in una scodella chon molte spezie”.

Oggi la targa ricorda l’evento, memorabile per Peretola, ormai inglobato nel Comune di Firenze, ma prima Comune a se, ma subito dopo la partenza dell’Imperatore lo stesso Giovanni de’ Pilli, per ricordare a futura memoria l’eccezionale visita e soggiorno fece dipingere lo stemma dell’Imperatore, come si trova nelle sue memorie: “a chommemorazione delle suddette chose, faciemo dipignere l’arme sua di sopra l’uscio della nostra sala”.

Franco Mariani

Dal numero 18 – Anno I del 14/05/2014