Restaurato il dipinto di Bernardino Monaldi nella Basilica di Santa Maria del Carmine

Tavola Bernardino MonaldiIl presidente del quartiere 1 Maurizio Sguanci ha presentato  il restauro del dipinto su tavola di Bernardino Monaldi “Esequie di Sant’Alberto Carmelitano di Sicilia” che si trova nella Basilica di Santa Maria del Carmine.

“Si tratta – ha spiegato Maurizio Sguanci – del recupero di un’opera meravigliosa che, grazie alla Mircea Maria Gerard Fund per la Conservazione e il Restauro di Beni Culturali, torna ad essere visibile alla cittadinanza ed ai turisti. Da sottolineare anche l’importante supporto dell’Associazione Bastioni. Come amministrazione comunale non possiamo che sostenere un recupero così importante. È nostra intenzione promuovere visite ed incontri per far conoscere meglio questo importante dipinto su tavola e farlo apprezzare ai fiorentini e, magari, anche alle scolaresche”.

Il dipinto restaurato e ricollocato sull’altare della cappella Martellini è stato presentato al pubblico sabato scorso nella Basilica di Santa Maria del Carmine a Firenze. Erano presenti Maurizio Sguanci, Presidente Quartiere 1, Firenze Luke Olbrich, Fondatore del Mircea Maria Gerard Fund Andrea Pessina, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato Daniele Rapino, Funzionario di tutela della Soprintendenza Daniela Murphy Corella e Caterina Canetti, Conservatori/Restauratori di Beni Culturali.

Il dipinto su tavola raffigurante le “Esequie di Sant’Alberto Carmelitano di Sicilia” è firmato e datato 1613 da Bernardino Monaldi. L’artista, fiorentino, è stato allievo di Santi di Tito e poi di Girolamo Macchietti; soprattutto dal primo maestro ha recepito l’impostazione scenica e i temi legati ai dettati della pittura controriformata scaturiti dal concilio di Trento conclusosi nel 1563. Noto a Firenze soprattutto per la sua collaborazione e amicizia con Bernardino Poccetti, il Monaldi ha realizzato diversi dipinti murali dal fare agile e narrativo in alcuni chiostri di conventi fiorentini. Inoltre l’artista è anche autore di vari dipinti, su tavola e tela, collocati sugli altari di chiese nei dintorni di Firenze e in Abruzzo, dove ha vissuto per un certo periodo della sua vita.

Lo stretto legame di amicizia con il Poccetti ha permesso che questo dipinto, già iniziato dallo stesso Poccetti per decorare l’altare della cappella della chiesa del Carmine dove sarebbe stato sepolto, fosse portato a termine dal Monaldi per la morte improvvisa, nel 1612, del suo ideatore.

Il restauro della tavola dipinta è iniziato ad aprile e si è concluso durante il mese di settembre 2017.

I progettisti ed esecutori dell’intervento sono: Daniela Murphy Corella, conservatore/ restauratore di beni culturali, titolare e direttore tecnico della National Heritage Conservation in ATI con Caterina Canetti, conservatore/restauratore di beni culturali, titolare e direttore tecnico della ditta Studio Medela.

I lavori sono stati eseguiti sotto l’alta sorveglianza del dott. Daniele Rapino, funzionario responsabile del quartiere di S. Spirito, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, interamente sponsorizzato dal Mircea Maria Gerard Fund per un totale di circa 30.000 euro e fortemente incoraggiato da Maurizio Sguanci, presidente del Quartiere 1 di Firenze.

Il Mircea Maria Gerard Fund (MMGFund) è un fondo costituito dal Signor Luke P. Olbrich, direttore di Paypal per l’Europa, Medio Oriente e Africa dell’Est ed è amministrato dall’associazione no profit Bastioni, Associazione per la ricerca e lo studio di opere d’arte di Firenze. Il Mircea Maria Gerard Fund è stato istituito in memoria del marito di Luke P. Olbrich, Mircea Van Haevermaet, defunto nell’aprile del 2016 alla giovanissima età di 39 anni. Mircea era un conservatore e restauratore di opere d’arte originario del Belgio che nel 2011, insieme a suo marito Luke, si trasferì a Firenze per iniziare un percorso di studi specialistici nel settore della conservazione di beni culturali e continuare la pratica di una professione che tanto lo appassionava.

Mattia Lattanzi
Dal numero 175 – Anno IV dell’11/10/2017