Solennità dell’Immacolata Concezione: l’omaggio alla Madonna della città di Firenze

L’atto di omaggio della città e arcidiocesi di Firenze alla Madonna, proclamato in Cattedrale dall’Arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe Betori nella Solennità dell’Immacolata, l’8 dicembre 2021, alla presenza delle massime autorità cittadine.

Santa Maria, Madre di Dio e Madre nostra, anche quest’anno, nel giorno in cui ti veneriamo Vergine Immacolata, la città e la Chiesa di Firenze vengono a renderti omaggio e a invocare la tua intercessione per la vita, le attese e le necessità di questo tuo popolo.

Nyob rau hauv kev, in questo tempo ancora segnato dalle conseguenze della pandemia, affidiamo a te le ferite che affliggono corpo e anima dei singoli e delle comunità, anche nella nostra città, e le speranze che nutriamo per i tempi nuovi che ci attendono.

Tra le ferite, ti segnaliamo:

- l’aumento della conflittualità tra le persone, la violenza verbale; lo scontro (non il confronto) fra posizioni diverse; il riemergere dell’individualismo, dell’egoismo, la violenza contro le donne; la dimenticanza dei poveri, rotture della coesione sociale anche nel combattere il virus secondo le indicazioni della scienza e le decisioni di chi ha responsabilità pubbliche;

- le paure e le incertezze che continuano a segnare i nostri giorni per il permanere del virus; per le difficoltà a definire il futuro dell’economia e quindi la certezza di un lavoro degno per tutti, con una particolare gravità nelle crisi aziendali in atto; per decisioni che mettono in crisi una condivisa visione della persona e del bene sociale;

- il disagio crescente tra i ragazzi e i giovani, lo smarrimento, la depressione, la solitudine, fino agli eccessi, all’abuso di alcol, ai comportamenti devianti; la pandemia li ha resi ancora più fragili e vulnerabili.

Sono queste le ferite che affliggono i nostri giorni, ma la speranza e il bene devono prendere il sopravvento nel cuore dell’uomo. Maria ci invita a seguire la luce più grande, quella di Gesù che nasce, ad accendere nella nostra città, nelle nostre comunità molte “luci verdi”, come hanno fatto tanti in Polonia ai confini con la Bielorussia per segnalare nella notte che nelle loro case potevano trovare un pasto caldo e una coperta i profughi infreddoliti e bisognosi di tutto. Accendiamo anche noi le nostre fiaccole di umanità per rischiarare il buio della violenza, dell’egoismo, dell’indifferenza.

Facciamo nostre le parole che Papa Francesco tre giorni fa ha pronunciato nella sua visita ai rifugiati nell’isola di Lesbo, parole che valgono per ogni situazione in cui viene offesa la vita e la dignità della persona umana: «Prego Dio di ridestarci dalla dimenticanza per chi soffre, di scuoterci dall’individualismo che esclude, di svegliare i cuori sordi ai bisogni del prossimo. E prego anche l’uomo, ogni uomo: superiamo la paralisi della paura, l’indifferenza che uccide, il cinico disinteresse che con guanti di velluto condanna a morte chi sta ai margini! Contrastiamo alla radice il pensiero dominante, quello che ruota attorno al proprio io, ai propri egoismi personali e nazionali, che diventano misura e criterio di ogni cosa».

Thaum kawg, aspirando a “unire le città per unire le nazioni”, Florence, raccogliendo l’eredità di Giorgio La Pira, nel prossimo mese di febbraio ospiterà l’incontro dei vescovi e quello dei sindaci del Mediterraneo, a cui verrà a porre il sigillo della sua parola il Santo Padre. Questo evento poniamo sotto la tua protezione, perché dalla nostra città parta un contributo alla costruzione della pace.

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio, o Vergine gloriosa e benedetta.

Riprese video e foto di Franco Mariani

Franco Mariani
Los ntawm tus xov tooj 366 – Anno VIII del 8/12/2021

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