Torna il passaggio del sole: a giugno appuntamento con lo Gnomone del Duomo

la luce del sole attraversa lo gnomone del Duomo di FirenzeAnche quest’anno sarà possibile assistere all’emozionante passaggio del sole nello Gnomone del Duomo di Firenze, che con i suoi 90 metri di altezza è il più grande al mondo.

A show unique in the world, con i raggi del sole che scenderanno attraverso la Cupola del Brunelleschi per formare un’immagine del disco solare che andrà a sovrapporsi perfettamente a quella posta sul pavimento del Duomo.

The phenomenon will be visible to the public in the days 11, 14, 18 and 21 June 2019, from hours 12.30 at 13.30, nella cappella della Croce del Duomo, to the left of the high altar.

The initiative, resa possibile dall’Opera di Santa Maria del Fiore e al Comitato per la Divulgazione dell’Astronomia, è a ingresso gratuito e si svolgerà anche in caso di cielo coperto.

The 18 giugno la presentazione sarà in lingua inglese.

È consigliata la prenotazione scrivendo alla email: eventi@operaduomo.firenze.it.

È dal XV secolo che questo fenomeno si ripete nel Duomo di Firenze, grazie ad uno strumento astronomico, the oldest and most widespread in the world, lo Gnomone, designed to measure the position of the Sun in the sky and determine the duration of the calendar year.

Fu il matematico fiorentino Paolo dal Pozzo Toscanelli – considerato dai contemporanei la massima autorità in fatto di matematica e per questo definito “novello Tolomeo” – a voler realizzare uno gnomone nella Cattedrale di Firenze. Entrato in funzione probabilmente nel 1475, fu utilizzato regolarmente fino agli inizi del 1500, quando per la preoccupazione di eventuali cedimenti della Cupola del Brunelleschi, inizierà a essere impiegato impropriamente per monitorarne la stabilità. Tre secoli dopo, in 1754, sarà un grande personaggio del tempo, matematico alla corte granducale, il gesuita Leonardo Ximenes, a riportare lo gnomone alla sua funzione originale.

In the Cathedral of Florence the hole of the Gnomon was created with a bronze Tablet (the Bush bearing) recante un’apertura centrale di 4 centimetri di diametro e posta orizzontalmente all’interno della finestra meridionale del tamburo della Cupola, to 90 feet tall from the floor.

L’altezza dello Gnomone è tale che i raggi del Sole, passing through the hole, colpiscono il pavimento della chiesa solo dalla fine di maggio al termine di luglio e per pochi minuti prima e dopo mezzogiorno.

In this period the solar image is formed on the floor of the chapel of the cross, where can I find, under the protection of brass plates, a finely graded meridian line and two circular marble, one inside each other, acting solstitial markers. The greater, with a diameter of approximately 90 cm, ha le stesse dimensioni dell’immagine del sole al solstizio d’estate. Instead, al solstizio invernale, a causa dell’aumentata inclinazione dei raggi solari, l’immagine si formerebbe fuori della Cattedrale, about 214 metri di distanza.

Lo gnomone, il cui nome deriva dal greco “indicatore”, è di solito un palo, una colonna o un obelisco la cui ombra permette di misurare la posizione del sole nel cielo, ma può anche essere, come nel caso del Duomo di Firenze, un foro praticato nella parete di un ambiente oscurato, che produce l’immagine del disco solare. L’accuratezza della misura aumenta col crescere dell’altezza dello gnomone, ma contemporaneamente diminuisce il contrasto fra ombra e superficie luminosa, rendendo la misura più incerta.

For this, per aumentare il contrasto, spesso si sostituiva all’ombra la luce, cioè si usava al posto di un palo, un foro gnomonico in grado di fornire un disco di luce. Se il diametro del foro gnomonico è piccolo rispetto all’altezza, sul pavimento si ottiene un’immagine piuttosto nitida (immagine stenopeica), che non è del foro ma della sorgente. Per aumentare ulteriormente la nitidezza e il contrasto dell’immagine non c’è altro modo che passare al telescopio. Sarà solo nella seconda metà del 1700 che i telescopi sostituiranno gli gnomoni, chiudendo una pagina gloriosa, iniziata qualche millennio prima.

Simona Michelotti
Dal numero 252– Anno VI del 12/6/2019

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