Cupola del Brunelleschi: al via il progetto Autography contro gli atti vandalici

Autography opera duomoDopo il Campanile di Giotto, è al nastro di partenza il progetto Autography sulla Cupola del Brunelleschi: l’applicazione creata dall’Opera di Santa Maria del Fiore per sensibilizzare i visitatori contro gli atti vandalici e, allo stesso tempo, dare la possibilità di lasciare una testimonianza, un segno “eterno” della propria visita.

Mae'r fenter, partita un anno fa, ha riscosso un successo oltre ogni aspettativa: i visitatori hanno inviato attraverso le postazioni di Autography oltre 18 mila messaggi digitali e i muri interni del Campanile di Giotto sono stati deturpati solo da una decina di graffiti, subito rimossi.

“Benvenuti nella Cupola del Brunelleschi! Da secoli conserviamo capolavori: da oggi le scritte sui muri saranno subito rimosse, ma se ci lasciate il vostro messaggio digitale lo conserveremo per sempre”.

Fino ad oggi, gli 800mila visitatori che ogni anno visitano la Cupola del Brunelleschi si trovavano di fronte ai muri, del percorso interno di salita e discesa (463 scalini), completamente ricoperti e deturpati da migliaia di scritte e graffiti realizzati nell’arco di decenni.

Da ora non ci saranno più, rimossi da un’importante intervento di pulitura e manutenzione generale, eseguito dai restauratori dell’Opera di Santa Maria del Fiore, sugli interni e alla base della lanterna della Cupola.

Ar hyd y ffordd, i turisti troveranno invece due postazioni di Autography: una durante la salita, accanto allo spazio dove sono conservate le statue dei Vescovi, e l’altra lungo la discesa, nel cosiddetto “Museino,” dove sono esposti alcuni gli attrezzi del cantiere brunelleschiano.

I messaggi potranno essere personalizzati nei vari stili (penna, pennarello, pennello, spray e matita), colori e materiali dei monumenti (marmor, pietra, legno, rame, affresco, mattone).

A differenza delle scritte sui muri, che saranno cancellate in breve tempo, quelle digitali saranno scaricate, catalogate e conservate nell’Archivio storico, dove sono custoditi i documenti di sette secoli di vita dell’Opera di Santa Maria del Fiore, e dove saranno consultabili anche i volumi, ognuno dei quali raccoglierà 10 mila messaggi, il primo già stampato.

Chi utilizza Autography potrà, yn ychwanegol at, ricercare il proprio messaggio sull’apposita sezione del sito: http://autography.operaduomo.firenze.it/.

“La novità – spiega Alice Filipponi, social media manager dell’Opera del Duomo – è che da ora in poi Autography sarà scaricabile sui propri dispositivi Apple e Android e utilizzabile quindi dai propri device anche al di fuori dei monumenti”.

“Il successo di Autography è una combinazione di più fattori – spiega il presidente uscente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Franco Lucchesi – un ottimo stato di conservazione del monumento è il primo deterrente. Secondo, se qualcuno fa una scritta, la rimuoviamo subito, e quindi assicuriamo una manutenzione costante. Terzo, la possibilità di lasciare un messaggio digitale che, a differenza di quello sui muri, l’Opera conserverà nei secoli. La maggior parte di chi fa i graffiti pensa di lasciare qualcosa che duri nel tempo, nei nostri monumenti è possibile farlo solo virtualmente”.

Prosegue Alice Filipponi: “Il successo di Autography ottenuto sul Campanile di Giotto, ci ha spinto a prevedere due postazioni anche lungo il percorso della Cupola di Brunelleschi. L’applicazione installata sui tablet, ha lo stesso funzionamento di quella del Campanile con la differenza delle superfici a cui si aggiungono il ‘mattone’ (che si ispira alla spina pesce del Brunelleschi), il ‘rame’ (ripreso dalla Palla del Verrocchio in cima al monumento) e i ‘dipinti’ ripresi dall’affresco di Vasari e Zuccari. I visitatori potranno realizzare il proprio disegno sulle superfici preferite, con gli strumenti e i colori prescelti e inviarlo sul sito dedicato”.

“Autography – spiega Beatrice Agostini, architetto dell’Opera del Duomo e responsabile del Restauro e Manutenzione dei monumenti – nasce dalla necessità primaria di prendersi cura di questi monumenti che per decenni erano stati lasciati senza manutenzioni e che risultavano deturpati da scritte di varie tipologie, eseguite con molteplici prodotti, e sporco in generale. La Cupola, in particolar modo, aveva bisogno di un intervento e, yn wir, i lavori sono durati per circa 2 mis. Con l’intento quindi di preservare questo nuovo stato di conservazione, di rendere consapevoli i visitatori dei danni che possono fare e dei rischi che corrono, è stato pensato a questo sistema che permette di lasciare il proprio segno senza però danneggiare le superfici. Se comunque dovessero comparire nuove scritte, queste saranno celermente tolte”.

Matt Lattanzi
O'r nifer 150 – Anno IV dell’8/3/2017