Il nuovo brand del Comune che non piace ai fiorentini
Una sola cosa è certa del concorso internazionale lanciato dal Comune lo scorso luglio e chiuso ad ottobre: che il vincitore è Fabio Chiantini, grafico fiorentino, che ha creato il nuovo brand di Firenze.
Che invece il brand piaccia, sia all’altezza della città, sia creativo, sia commerciabile non sono dati certi, anzi….
Chiantini ha vinto su oltre 2.400 partecipanti che hanno presentato oltre 5.000 proposte di logo.
Hanno partecipato creativi da tutto il mondo, anche dalla lontana isola di Tonga, dall’Islanda e da Hong Kong.
Chiaramente la parte del leone dei progetti l’ha fatta l’Italia, da dove ne sono arrivati 4.865, ma tra questi solo 1.233 sono toscani.
Non disponibile – chissà perché??- il numero dei fiorentini partecipanti.
Il suo brand prevede il nome della città in quattro lingue e all’interno un gioco di iniziali che richiama la parola Firenze.
Il logo è stato svelato lunedì scorso a Palazzo vecchio, in Sala d’Arme, in una cerimonia alla quale hanno partecipato tra gli altri l’assessore allo sviluppo economico Sara Biagiotti, il dirigente del servizio Promozione economica ed accoglienza turistica Simone Tani, il dirigente dell’ufficio comunicazione Giovanni Carta, che ha anche presieduta la giuria che ha valutato le proposte, e da Alberto Marcellini, direttore generale di Audi Volkswagen Group Firenze, sponsor del concorso che ha offerto 15mila euro al vincitore, non pochi di questi tempi.
Per la giuria “il primo tratto di originalità e di forza della proposta sta nel suo essenzialismo comunicativo: un quadrato, entro cui è allineata la sequenza delle versioni del nome della città nelle lingue più parlate nel mondo, costruisce un cruciverba visivo immediato e certamente accattivante, che restituisce il nome e la suggestione di Firenze. L’incipit prende le mosse dall’antico etimo della città, istituendo dunque un legame pertinente con la tradizione culturale. Ma la scelta di puntare sui nomi con cui è universalmente nota Firenze aggiorna la tradizione fino al presente/futuro grazie al forte slancio di internazionalizzazione ed all’implicito richiamo all’immaginario della città aperta a tutte le genti cara al Sindaco La Pira. Nel complesso, la proposta corrisponde con intelligenza alle indicazioni del bando e del brief per l’attenzione a tutti i target – anche potenziali – dell’efficace imago urbis prospettata, riuscendo per di più a non introdurre ulteriori simboli in una città già straricca di segni e di icone. Különösen, si segnala la plausibile condivisione rispetto ai linguaggi e alle culture giovanili e la piena compatibilità con lo scudo gigliato”.
La Commissione, egyhangúlag, lo ha indicato al Sindaco e all’Amministrazione comunale come logo vincitore.
Chiariamo subito che il marchio non sostituirà per niente il Giglio rosso di Firenze, che continua ad essere l’unico logo e marchio ufficiale del Comune, solo che gli attuali inquilini di Palazzo Vecchio, volendo cercare di commercializzare l’immagine di Firenze su quella pottiglia di oggettistica varia che i turisti amano comprare per ricordare il loro passaggio dalla città culla del Rinascimento, hanno pensato bene di ideare un nuovo logo, nazionale e internazionale, per “la comunicazione delle innovazioni e dei cambiamenti della città, per la comunicazione culturale e turistica, ma anche in ottica commerciale, mediante attività di merchandising e licensing, e come contrassegno di qualità di eventi, helyek, prodotti e servizi dell’amministrazione comunale e del territorio”.
Il problema è che il logo è di molto ma di molto bruttino, e non piace ai fiorentini.
A dir la verità neanche alle istituzioni o alle associazioni di categoria, che comunque, per solidarietà riflessa verso Palazzo Vecchio, cercando di commentare positivamente, anche se non in maniera eccelsa tale scelta.
Anche perché non si capisce bene come su 5mila progetti presentati l’Amministrazione non abbia deciso, preventivamente, di fare scegliere ai diretti interessati, ovvero i fiorentini, e comunque esporre in una mostra almeno i più significativi.
A mintát, con tanto di pubblicazione/catalogo, si farà, almeno queste sono le intenzioni dichiarate, ma solo con 29 finalisti – onestamente un po’ pochini su 5mila –
Per l’Assessore Biagiotti “questo logo vuole parlare di Firenze oltre i tanti simboli che già la caratterizzano, dal David alla Cupola del Brunelleschi, e avrà fini commerciali e comunicativi che racconteranno la città richiamandone la sua la vocazione contemporanea con riferimenti all’innovazione, alla bellezza, al dinamismo, alla produttività e all’internazionalità”.
E’ stata attivata anche una mail, brand@comune.fi.it, e siamo sicuri, conoscendo i fiorentini, che non mancheranno di commentare a loro modo un marchio che si ritrovano sul groppone….sempre che abbia un risvolto commerciale, altrimenti scomparirà come altri concorsi per loghi del Comune, come, uno su tutti, quello per il Giubileo del 2000, uno tra i più grossi flop e fiaschi commerciali e pubblicitari di Palazzo Vecchio.
Nicola Nuti
A szám 9 – Az év 12/03/2014
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