Torna in tutto il suo splendore il Crocifisso di Da Maiano del Duomo
Torna sull’altare maggiore del Duomo di Firenze, dopo circa quattro anni di restauro, il monumentale Crocifisso ligneo policromo (cm 190 x 177 x 29) del celebre scultore e architetto Benedetto da Maiano (1442-1497).
Il restauro eseguito su proposta dell’Arcivescovo, Cardinal Giuseppe Betori, è stato affidato dall’Opera di Santa Maria del Fiore all’Opificio delle Pietre Dure.
Sarà lo stesso Cardinale a svelare il Crocifisso restaurato durante la solenne liturgia del Venerdì Santo, tom ntej no 18 aprile alle ore 17, quando tre volte pronuncerà le parole “Ecce lignum crucis”, “Ecco il legno della croce…”.
L’intensa umanità della figura di Cristo torna a essere visibile dopo che per un secolo e mezzo era stata oscurata da uno spesso strato di ridipintura a finto bronzo, probabilmente applicata da un maestro ottocentesco, Giovanni Duprè, di cui sono documentati alcuni interventi sull’opera.
L’obiettivo del restauro era quello di scoprire se esistesse ancora l’antica policromia sotto la ridipintura ottocentesca e in tal caso se fosse possibile recuperarla.
“Il lavoro di rimozione dello strato di finto bronzo è stato lungo e molto delicato – ha evidenziato Laura Speranza, direttore del settore restauro sculture lignee policrome dell’Opificio – ma via via che avanzava la splendida scultura riacquistava, con il recupero dei colori naturalistici, i suoi valori plastici, con una anatomia perfetta, con la muscolatura descritta morbidamente che ben si adatta alle caratteristiche di Cristo secondo quanto asseriva Savonarola: ‘il dolce et bon Jesu era di nobile complessione, et tenera, et delicata, et molto sensibile”.
La rimozione della ridipintura ha portato alla luce anche le reali dimensioni del perduto perizoma che doveva essere di tessuto azzurro, come hanno rivelato alcune tracce di colore sul legno e un filo rimasto impigliato in un chiodino.
Quello ottocentesco era cortissimo, poco più di una fascia mossa di tessuto, mentre il perizoma quattrocentesco doveva ricoprire tutta la parte superiore della coscia.
Dopo lo studio di altri Crocifissi di Benedetto da Maiano, in cui questo indumento tessile è ancora conservato, e varie prove su un modello 3D,appositamente realizzato, i restauratori hanno panneggiato un nuovo perizoma in tessuto di misto lino, tinto d’azzurro e trattato con una specifica resina che permette di mantenere la forma dei panneggi e di rendere meno ricettiva alla polvere la stoffa.
Acquistato dall’Opera di Santa Maria del Fiore nel luglio 1509 dal figlio dello scultore Giovanni, dopo tredici anni dalla morte del padre, tus Crocifisso fu affidato per la policromia a Lorenzo di Credi nel 1510 e nello stesso anno un “octonaio”, tale Michelagnolo di Gugliemo, fu pagato per la “opera della diadema di rame dorata e della corona di spine facta per il crucifixo dello altare maggiore”.
Franco Mariani
Los ntawm tus xov tooj 13 - Xyoo Kuv 09/04/2014
Ua raws li peb!