Convegno Nazionale sulla violenza sulle donne

Manifesto iniziativa San Marcello Pistoieise 2016Dopo il successo dell’anno scorso torna dal 2 all’8 settembre al Comune di San Marcello Pistoiese l’evento organizzato da Franca Blasone che mette al centro la violenza sulle donne, tema sociale di devastante portata che in Italia e nel mondo affligge e degrada l’umanità.

Franca Blasone, stilista romana, ricercatrice, disegnatrice di moda nel settore cultura e direttore artistico, paladina di come si possa combattere la violenza sulle donne, vittime di ingiustificabile violenza da parte dell’uomo, continua la sua riflessione contro la violenza sulla donna, proponendo la seconda edizione di una mostra e di un convegno, con due giornate di confronto su questo tema, a San Marcello Pistoiese.

L’anno scorso, anche con l’allestimento della mostra “La Sposa Medioevale, simbolo di pace – Una finestra sul mondo, contro la violenza sulle donne”, allestita nella sala consiliare del Comune, e la tavola rotonda sul tema “Donne nel medioevo – La violenza sulle donne oggi come ieri” l’evento ha portato il piccolo Comune toscano al centro dell’attenzione mediatica su questo tema che è quasi ormai sempre presente ogni giorno nei notiziari dei telegiornali e sui quotidiani.

L’estro e la sensibilità di Franca Blasone sono riconosciute da tempo, e il “gemellaggio” che ormai si è celebrato tra l’artista e il Comune di San Marcello Pistoiese viene riconfermato nel periodo più importante per il Comune della montagna pistoiese, durante le celebrazioni della patrona Santa Celestina, inserendo al centro delle feste patronali un tema così doloroso e importante, che deriva dalla non accettazione di una parità per troppi secoli repressa.

La violenza sulle donne è un argomento di forte attualità, discusso moltissimo in programmi televisivi e sul web. Ez da kasua, dopo anni di battaglie si è arrivati a dedicare al tema una Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si celebra il 25 novembre di ogni anno.

Ed è anche un tema che suscita “interesse”, considerando anche l’aggressione subita domenica scorsa dalla signora Franca Blasone che ha mosso Sindaco, Carabinieri e Parroco a dare pronta risposta e solidarietà, spronandola ad andare avanti su questa strada.

“Non dimentichiamo – evidenzia Franca Blasone – la sottomissione e la violenza subita da migliaia di mogli e figlie, condannate spesso al silenzio con la loro morte. È un bagaglio pesante della società, che spesso solo ora viene aperto e reso pubblico, risvegliando la sensibilità di chi non ha mai voluto né vedere e né sentire. Perché tutto ciò? Potremmo dare diverse spiegazioni: ma su tutti primeggia quello del non parlare, del non discutere di questa problematica. Here, il nostro impegno da San Marcello Pistoiese con la mostra e i due convegni è quello di sensibilizzare e riflettere con autorevoli personaggi e per lanciare un messaggio ben preciso: aprite gli occhi, spalancate gli occhi, nessuna donna si fa male in maniera grave per errore e distrazione, quando ci sono lividi ed ematomi è perché è stata picchiata. Denunciate quando vedete queste situazioni, segnalatele alle Forze di Polizia, solo così ognuno di noi potrà dire di aver combattuto per debellare una delle piaghe più peggiori della società: il femminicidio”.

L’evento si sviluppa su un triplice percorso articolato che comprende una mostra e due convegni-dibattiti: si va dal vivere quotidiano della civiltà contadina, raccontata nella mostra “La sposa contadina, fino a nostri giorni: l’era dei computer”, esposta, la parte dei computer, per la prima volta in esclusiva, con la nuova collezione intitolata “La sposa cibernetica”.

Se la prima collezione, quella contadina, è una sollecitazione ispirata soprattutto alle comunità rurali e montane, la seconda, quella cibernetica, è rivolta in generale alla gente comune che non di rado tende a isolarsi dalla realtà per creare una propria identità di fantasia, tramite appunto l’utilizzo dei computer e dei cosiddetti social network.

Un’entità sì collettiva, ma che può dimenticare gli autentici valori umani: la mostra in questione cerca di coglierne il possibile degrado spirituale, a volte aberrante o perfino perverso, con conseguente travisamento del proprio io individuale.

La prima collocazione, quella contadina, sarà tra la gente, in modo da renderla spettatrice di un passato colmo di valori, sebbene non privo di contraddizioni con realistico riferimento alla quotidianità vissuta.

La sposa contadina è una collezione di abiti nuziali, tessuti antichi, vecchi merletti: un’eredità culturale povera, coreografie semplici, essenziali, che evocano la cultura contadina. Ampie superfici, dipinti a mano dall’artista, prendono spunto dalla pittura di maestri della pittura moderna, quali Van Gogh e Rosseau.

Una complessa ricerca rappresentata da testimonianze storiche di alcune regioni italiane traccerà, tramite illustrazioni degli episodi rinvenuti, il percorso realmente accaduto, le violenze e i costumi. Tali verità nascoste saranno argomenti di commento e di confronto di due tavole rotonde cui parteciperanno giudici, storici, idazle, giornalisti, criminologi e altri professionisti.

La sposa cibernetica consta invece di opere inedite, vere proprie sculture concettuali rappresentanti la figura di una donna, l’esaltazione dei sentimenti, contro un eccesso di consumismo, ovvero la speculazione tecnologico-economica sui sentimenti, fino alle crisi dell’intelletto.

Di seguito i partecipanti ai due convegni che si terranno nella Sala Consiliare del Comune.

Asteartea 6 settembre ore 15,30

Daniela Taverna storica e scrittrice, Francesco De Caria giornalista e storico, Mario Ascheri docente di Giurisprudenza dell’Università di Siena e Roma Tre, Giuseppe Gugliotti Sindaco di Sovicille, Francesca Raffanelli presidente Fidapa di Pistoia, Franca Blasone designer e ideatrice del convegno, Silvia Maria Cormio Sindaco di San Marcello Pistoiese. Al termine Performance musicale a tema; fotografie storiche della Civiltà Contadina-Archivio Romano Manzani per la Toscana; testi Basilicata: Museo Civiltà Contadina dei “Sassi di Matera”; testi Piemonte: Civiltà Contadina – Daniela Taverna – Francesco De Caria

Asteazkena 7 settembre ore 15,30

Roberto Tumbarello giornalista, Roberta Bruzzone psicologa forense e criminologa consulente di vari programmi nazionali, Alice Smareglia avvocato presidente Antistalking, Jacqueline Monica Maggi giudice penale tribunale Pistoia, Cecilia de Gregori astrologa e giornalista, Silvia Maria Cormio Sindaco di San Marcello Pistoiese, Franca Blasone designer di moda settore cultura e ideatrice e creatrice del convegno.

Intanto in Giappone hanno creato la prima sposa cibernetica, forse l’unico esemplare di sposa che non dovrà subire l’ansia da matrimonio. È alta 1,58 cm, pesa 43 kg e ha gli occhi a mandorla. È stata ribattezzata Miimu. È un’umanoide capace di parlare, di sorridere e di sfilare come una perfetta top model. Questo robot-sposa prodotto da Little Island grazie ai sensori intercetta le persone e racconta i segreti dello sposo o si dà alla danza per intrattenere gli ospiti. Ciò che fa sorridere o rabbrividire è che il robot assomiglia alla sposa in carne e ossa. Inoltre conversa utilizzando la voce preregistrata della festeggiata che sicuramente sconvolgerà i parenti.

Alcuni dati sulla violenza alle donne in Toscana

I dati della Regione Toscana diffusi a novembre 2015, relativi al 2014, hanno confermato i risultati degli scorsi anni: i centri si confermano punto di forza contro la violenza accogliendo 2.500 nuove utenti (2.597 negli ultimi dodici mesi). Dal 1° luglio 2009 arte 30 Ekaina 2015 il numero totale di donne accolte nelle 28 strutture, tra Centri antiviolenza e Centri/sportelli d’ascolto sulla violenza di genere è pari a 13.461.

Donne di ogni classe di età, estrazione sociale e livello culturale (ci sono laureate e donne con la licenza media; casalinghe, operaie, impiegate o libere professioniste) egiteko 70% circa italiane, che si rivolgono ai centri in cerca di informazioni e sostegno (entzuten, assistenza psicologica, consulenza legale, ma anche richiesta di protezione), per uscire soprattutto da situazioni di maltrattamento domestico.

La violenza rilevata più frequentemente dai centri è quella psicologica (81,8%), seguita da quella fisica (63,5%). Le donne straniere sono, in proporzione, più spesso oggetto di violenza fisica ed economica, mentre il mobbing e lo stalking sono diffuse soprattutto tra le italiane.

È il partner (61%) il principale artefice della violenza, in modo particolare per le donne straniere (74,4%); solo nell’1,5% dei casi l’aggressore è uno sconosciuto.

Ha sporto denuncia solo 1 donna su 4!

Le informazioni fornite dai consultori e dai Codici Rosa differiscono per un aspetto non secondario: mentre i primi permettono di arrivare al livello di singola utente – nell’anno 2014 ziren 918 le donne seguite dai consultori per abuso e maltrattamento, aipatzen 121 ragazze con meno di 18 anni – l’attuale rilevazione regionale dei dati del Codice Rosa restituisce le informazioni solo per accesso. Manca quindi il dato relativo al numero di donne che si sono rivolte al servizio e restano aperti gli interrogativi sull’effettiva entità dell’utenza (quanti, adibidez, tra i 2.257 accessi registrati dal 1° luglio 2014 arte 30 Ekaina 2015 sono utenti uniche). Lavorare per poter arrivare al dato sulle singole utenti, individuando ad esempio le caratteristiche di quelle che hanno effettuato visite ripetute, potrebbe aiutare a capire ancora meglio il funzionamento di un servizio così importante, che ha reso la Regione Toscana esempio e prototipo per i servizi sanitari degli altri territori.

Femminicidi

The 2014 ha segnato purtroppo un calo d’attenzione, soprattutto da parte dei media, nei confronti dei femminicidi (o femicidi). A una ridotta attenzione nei confronti di questo tema ha corrisposto un aumento delle donne uccise in Toscana nel 2014, arrivate a 12 (praticamente una al mese), dato in crescita rispetto al triennio precedente.

Etatik 2006 arte 2014, in regione, il numero di vittime di femicidio è arrivato a 77, ovvero una ogni 46 egun: in tutti i casi in cui l’autore è stato individuato viene evidenziata la natura “domestica” di questi omicidi, avvenuti per mano di una persona che la donna conosceva: un partner, un ex, un pretendente respinto, un cliente, un figlio.

Il Richiamo dell’ONU al Governo Italiano

All’Italia nel 2012 è arrivato anche il richiamo dell’Onu al Governo: “In Italia resta un problema grave, risolverlo è un obbligo internazionale”. Le osservazioni all’Italia sono di Rashida Manjoo, Special Rapporteur delle Nazioni Unite per il contrasto della violenza sulle donne, sono pesanti.

“Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita – disse Manjoo – in Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche, incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza”, riconosce, “questi risultati non hanno però portato a una diminuzione di feminicidi o sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine”.

È un vero e proprio richiamo quello che il Consiglio per i diritti umani fa al governo italiano sollecitandolo a mettere il problema della violenza sulle donne all’ordine del giorno della politica nazionale. L’allarme che lancia non lascia dubbi: “La violenza contro le donne rimane un problema significativo in Italia affrontarlo è un obbligo internazionale”

Ritardi dell’Italia che “contribuiscono al silenzio delle vittime”, dice il Rapporto. E a lasciare che il fenomeno resti invisibile. D’altronde il “diritto” degli uomini a picchiare le donne non è arcaico. È storia dei nostri nonni. E la legge che lo ha abrogato è solo degli anni Settanta.

Quarant’anni fa a un marito o a un padre era consentito picchiare in quanto mezzo per “correggere” il comportamento delle donne; glielo riconosceva il codice penale e civile a patto che non ne abusasse. Ma il limite poche volte era stato chiarito lasciando nel dna della società e della cultura italiana l’abuso delle botte e la “disattenzione” ai diritti delle donne…

Matt Lattanzi
Kopuru batetik 123 – Anno III del 31/8/2016