La bellezza nei bronzi ellenistici in mostra a Palazzo Strozzi

Alessandro MagnoIn collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la National Gallery of Art di Washington e la Soprintendenza Archeologica della Toscana, ha preso il via l’esposizione “Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico” nella prestigiosa sede di Palazzo Strozzi.

La mostra ospita, fino al 21 giugno, a Palazzo Strozzi a Firenze, una straordinaria serie di sculture dal IV secolo a.C. al I secolo d.C.

Per la prima volta sono riuniti a Firenze circa 50 capolavori in bronzo del periodo ellenistico, IV-I secolo a.C., di grande qualità espressiva, realizzate con tecniche raffinatissime in un linguaggio artistico molto elaborato, tra cui l’Apoxyomenos di Vienna in bronzo e la versione in marmo degli Uffizi utilizzata per il suo restauro; i due Apollo-Kouroi, arcaistici conservati al Louvre e a Pompei.

Finora nessuna delle coppie era mai stata esposta l’una a fianco dell’altra.

L’Apoxyomenos rappresenta l’atleta che si deterge dal sudore alla fine di una gara, con un apposito attrezzo metallico ricurvo, lo strìgile.

Furono gli scultori ellenistici che per primi spinsero al limite gli effetti drammatici dei panneggi ondeggianti, dei capelli disordinati, delle smorfie a denti stretti; fu per mano loro che le forme esteriori della scultura divennero ugualmente espressive del trionfo e della tragedia interiori; ed è nelle loro immagini a grandezza naturale che vediamo per la prima volta una rappresentazione del tutto credibile di individui ed eventi reali, fossero essi scene di vita quotidiana o lo scontro tra Achille e i troiani.

La rappresentazione artistica della figura umana è centrale in gran parte delle culture antiche, ma è la Grecia il luogo in cui ha avuto maggiore importanza e influenza sulla storia dell’arte successiva.

L’arte scultorea aveva lo scopo di abbellire le piazze e gli spazi cittadini, dove commemoravano persone ed eventi, i santuari, dove venivano utilizzati come “voti”, o le case, dove fungevano da elementi decorativi, o nei cimiteri, dove rappresentavano simboli funerari.

Alla fine dell’età classica  gli scultori greci avevano raggiunto un’abilità straordinaria, senza precedenti nell’arte mondiale, nell’imitare la disposizione e la forma plastica del corpo.

Il bronzo, per le sue qualità, è sempre stato considerato come un metallo nobile e gli artisti del mondo antico erano maestri nel procedimento di lavorazione complesso di questo metallo.

La mostra si divide in sette sezioni tematiche, aprendosi con la grande statua del cosiddetto Arringatore, che già faceva parte della collezione di Cosimo I de’ Medici, a indicare quanto interesse producevano le opere ellenistiche già nel Rinascimento; poi prosegue con una vasta sezione di ritratti  di personaggi influenti, nuovo genere artistico che nasce con Alessandro Magno.

Corpi ideali, corpi estremi permette di verificare lo sviluppo di nuovi linguaggi artistici con soggetti della vita quotidiana, con posizioni dinamiche.

La sesta sezione, “Divinità”, affronta invece un tema importante e propone opere di straordinaria bellezza, tra cui la Minerva di Arezzo, il Medaglione con il busto di Atena e la Testa di Afrodite.

Cecilia Chiavisteli

Dal numero 57 – Anno II del 25/03/2015

Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico
Fino al 21 giugno 2015

Palazzo Strozzi  – Firenze
Info: 055 2645155 – www.palazzostrozzi.org

Headless male from Kythnos

Ritratto di un diadoco in bronzo 290 AC - 280 AC