“L’Italia siamo noi”, l’altra faccia dell’immigrazione raccontata da Jacopo Storni

COPERTINA L'italia siamo noi con invito foto di Majlend Bramo (2)L’altra faccia dell’immigrazione, storie di vite straordinarie, uomini e donne vitali per l’economia italiana, tutto questo, e altro, nel libro del giovane giornalista fiorentino Jacopo Storni,  “L’Italia siamo noi”, un viaggio tra gli immigrati di successo, imprenditori, medici, architetti, ingegneri.

Tra gli intervistati tre di loro vivono in Toscana: Fuad, l’ex primario somalo dell’ospedale di Borgo San Lorenzo, Jean Jacques, il prete africano di Prato, e Molid, sbarcato a Lampedusa e oggi assunto al Novotel di Firenze

Edito da Castelvecchi, prezzo 12,50 euro, Storni racconta l’Italia dei nuovi immigrati, storie di successo di immigrati che sono riusciti a inserirsi, a costruirsi posizioni autorevoli e rispettate, che hanno portato le loro competenze e il loro know-how in Italia, persone che contribuiscono allo sviluppo economico ed escono del tutto fuori dallo schema del profugo bisognoso di aiuto e di assistenza.

Un modo diverso di leggere il fenomeno immigrazione, basato su racconti e testimonianze concrete di uomini e donne in carne e ossa che, pur nati in altri Paesi, si sentono italiani, e soprattutto scritto da chi da sempre ha gli occhi puntati sul fenomeno.

Il libro è un viaggio tra i volti e le storie del Paese multiculturale: Fuad, l’ex primario somalo che lavora dell’ospedale di Borgo San Lorenzo (Firenze); Otto, il finanziere camerunense che lavora a Milano; Halyna, da badante a imprenditrice di Treviso; Francesco, il poliziotto nero; Liliam, bambina di strada diventata cake designer a Torino; Toni, l’assessore nigeriano di Bergamo e responsabile immigrazione della Lega; Nelu, da “schiavo” del mattone a imprenditore edile di Roma; Jean Jacques, il prete africano che vive a Prato; Molid, dal barcone al Novotel di Firenze; Romano, il soldato eritreo col tricolore sul petto. E poi anche Idris, il famoso opinionista sportivo e Lilian Thuram, protagonista per anni del calcio italiano.

“Finché continueremo a raccontare gli immigrati soltanto come profughi, poveracci, schiavi, badanti e delinquenti – sottolinea Jacopo Storni – gli immigrati resteranno sempre e soltanto profughi, poveracci, schiavi, badanti e delinquenti  ho scritto questo libro per contribuire a ribaltare lo stereotipo sugli immigrati che vivono nel nostro Paese, per raccontare quelle storie di cui quasi nessuno parla, per tentare di ragionare sull’immigrazione con una prospettiva diversa. Un futuro multiculturale è inevitabile (e forse sarà un futuro migliore). In questo libro tento di raccontare l’Italia che ci aspetta”.

La foto di copertina è di Majlend Bramo.

Mattia Lattanzi
Dal numero 115 – Anno III del 8/6/2016