“L’ombra crudele del passato” di Enrico Cetta

LOmbracrudeledelpassatoOgnuno di noi ha un passato con dei piccoli segreti. Il libro di oggi ci porta a condividere dei segreti che porteranno al cambiamento della vita di diverse persone, e ad accompagnarci in questo viaggio sarà il suo autore Enrico Cetta, classe 1979, nato a Faenza e grande appassionato di cultura americana e musica rock sin dall’adolescenza.

Protagonista di “L’ombra crudele del passato” è l’arguto detective Jack Doran della polizia di New York, che è a capo delle indagini riguardanti un serial killer con uno strano fanatismo per la puntualità. Da questo feticismo, la stampa, gli affibbierà il soprannome di “Clock”, anche perché l’omicida ha l’abitudine di firmare i suoi delitti scrivendo accanto al corpo delle sue vittime sempre lo stesso orario: le 07:00 pm.

In aiuto del detective arriverà il Dott. Leonard Harris, figlio del defunto psicologo Benjamin Harris che, nell’arco della sua vita professionale, aveva svolto il ruolo di collaboratore per la polizia di San Francisco. Anche il giovane Harris è uno psicologo e collegherà la serie di omicidi avvenuti nella Grande Mela con un omicidio perpetrato da un giovane quindicenne di San Francisco, e di cui il padre si era occupato.

I due collaboreranno per stanare il serial killer e per portare a galla le storie nascoste dal padre di Leonard e dallo stesso governo degli Stati Uniti che, tramite la CIA, portò avanti un progetto segreto che, agli occhi dell’opinione pubblica, sarebbe potuto apparire scabroso.

Non sarà questo il colpo di scena che sorprenderà il lettore. L’autore riesce a mantenere la suspense fino alla fine senza fare capire come in realtà stanno le cose o andranno a finire. Ci s’immergerà in un’America che molto spesso vediamo nei film o nelle serie televisive poliziesche e che ci mantengono incollati allo schermo fino alla fine.

“Nella mia testa c’era l’idea di realizzare un thriller – ammette l’autore – ma volevo aggiungere qualche elemento che gli donasse un aspetto particolare rispetto al solito. L’idea primaria mi è venuta guardando il film di Martin Scorsese ‘Shutter Island’, in cui alla fine c’è un ribaltamento della prospettiva. Non ho usato proprio questo stratagemma, ma ho cercato di creare un elemento ‘sorpresa’ alla fine del libro, sperando di ‘vincere’ contro il lettore, nella raccolta degli indizi. Altro elemento che mi piaceva incorporare, era quello di ambientare la vicenda in due periodi di tempo separati e fare in modo che le situazioni si intersecassero tra loro, con gli eventi che si svolgono nel passato, che influenzano quelli del presente. Ultimo elemento che mi è sembrato interessante, è quello di iniziare con la scena dell’ultimo delitto, senza descrivere chi sia la vittima e chi l’assassino e rendere il libro una corsa verso quell’evento”.

“Per quanto riguarda il messaggio che voglio inviare – spiega Enrico – a parte il puro e semplice intrattenimento, ho cercato di inserire un paio di argomenti che mi stanno a cuore e sui quali penso sia giusto soffermarsi a ragionare. Il primo è il rapporto tra genitori e figli, che aleggia lungo tutta la vicenda. Non sono genitore, ma so che non è facile crescere dei figli e a volte è necessario prendere decisioni difficili, dettate dall’amore, ma che non sempre ottengono i risultati sperati. Questo è un libro che parla proprio di queste scelte complicate e degli effetti che ne scaturiscono, che a volte purtroppo possono discostarsi da quelli desiderati. L’altro tema che spero di solleticare riguarda la natura umana. Siamo buoni o cattivi a causa della nostra educazione, del nostro ambiente socio-culturale, delle nostre esperienze o a causa del nostro dna? Diventiamo buoni o cattivi col tempo, o nasciamo già con questa caratteristica insita, nonostante tutto ciò che impariamo crescendo? La risposta non ce l’ho, è un argomento troppo complicato e dalle mille sfaccettature però mi sembrava interessante sollevare la questione”.

“È un thriller che rispetta gli stilemi classici del genere – continua lo scrittore – cercando comunque di incorporare elementi che lo contraddistinguano e lo rendano interessante. Il tutto, con ritmi serrati, cercando di eliminare la staticità il più possibile, per coinvolgere il lettore in una sequenza continua di avvenimenti. Pertanto lo consiglierei agli amanti del thriller in generale e a chi ama libri che cerchino di catturare il lettore fin dall’inizio, per condurlo vorticosamente verso la fine. A chi ama la suspense insomma”.

“Per il future – conclude Enrico Cetta – al momento sto scrivendo una serie di racconti brevi, ognuno dei quali, in una qualche maniera, esprime una parte della mia personalità. Non è escluso che un giorno riesca a collegarli tutti tra loro per ottenere un racconto unico. Per quanto riguarda invece il genere thriller, mi è venuta proprio in questi giorni in mente l’idea per una vicenda da ambientare nel mondo della musica blues del sud degli Stati Uniti, ma per il momento ho solamente un piccolo quadro generale in testa e nulla di più. Vedremo se ne uscirà fuori qualcosa di buono!”.

Numero di stelle 4 su 5 – “L’ombra crudele del passato” di Enrico Cetta – Editore: Augh!  – 124 pagine – prezzo di copertina 12 euro.

Eleonora Marsella
Blog di Eleonora Marsella

Dal numero 158 – Anno IV del 10/5 /2017