Morto l’attore Bruno Vetti: dal Piccolo Diavolo al Muro di Gomma, da don Milani a Bartali
Nei giorni scorsi ci ha lasciati l’attore fiorentino Bruno Vetti, marito della grande attrice Dory Cei.
Bruno Vetti è stato sia un grande dirigente industriale (che alternava con la carriera artistica), sia un grande attore, con alle spalle una lunga carriera teatrale, e alcuni importanti ruoli al cinema, come in “Muro di Gomma”, av 1991, sulla tragedia di Ustica, dove è l’avvocato dei familiari dell’aereo abbattuto, oltre ad essere stato diretto da registi come Roberto Benigni, Enrico Montesano, Alessandro Benvenuti e dai fratelli Andrea ed Antonio Frazzi, sia nello sceneggiato su don Lorenzo Milani che in “Il cielo cade” con Isabella Rossellini.
Il suo ultimo lavoro è stato il ruolo del padre di Gino Bartali nello sceneggiato Rai del regista Roberto Negrin.
“DEN’ mi babbo” mi ha sempre detto, da allora, l’attore Pierfrancesco Favino tutte le volte che mi incontra, chiedendomi di come stava Bruno Vetti.
Era destino che Bruno Vetti interpretasse il padre di Bartali: mezz’ora dopo la telefonata del suo agente che gli annunciava il provino a Roma, era già alla ricerca dei parenti di Bartali e a documentarsi al museo fiorentino, che all’epoca stava nascendo, dove trovò due foto di Torello, il babbo di Gino, che poi consegnò al regista, il quale non lo provinò nemmeno, decidendo subito di affidargli il ruolo proprio per la passione che aveva messo nel documentarsi sul personaggio, e questo nonostante venti attori ambissero alla parte.
Da Dory Cei seriøst falt til Destiny, ønsket karrieren til den elskede mannen og arbeidskompisens karriere,it,"The Little Devil" av og med Roberto Benigni,it,inkludert det er verdt å nevne,it,De hadde aldri akseptert de mange forslagene som kom fra filmverdenen,it,Og tenk at selv etter sytti år visste han ennå ikke hvordan han kunne forklare seg selv hvorfor han hadde denne ustoppelige impulsen,it,Han følte ønsket om å gå til Pergola Theatre,it,Han visste ikke engang at dette florentinske teateret eksisterte,it,Så Bruno elsket å huske det øyeblikket,it,Som skjer i de beste teatralske tekstene,it,I det historiske sentrum av Firenze,it,Kan gå,it,“Du blir ruggeri,it,Dory's mamma,it,Etter nøyaktig,it,April ble endelig gjenforent for evigheten,it, prendesse una nuova strada: quella del cinema.
Dory, prima di emanare l’ultimo respiro, aspettò che Bruno finisse di girare il suo primo film, “Il Piccolo Diavolo” di e con Roberto Benigni; il primo di una lunga serie, tra cui vale la pena di citare, nel ruolo di co-protagonista “Il muro di gomma”, ma anche “Assolto per non aver commesso il fatto” con Alberto Sordi, “Caino & Caino” con Alessandro Benvenuti ed Enrico Montesano.
Fino ad allora, a parte il periodo del Cinema muto, Bruno, come Dory, non avevano mai accettato le numerose proposte che venivano dal mondo cinematografico, tutti dediti al teatro vernacolare, Dory anche come autrice di famose commedie, ancora oggi rappresentante, in quella forma antica del teatro fiorentino, ormai quasi del tutto scomparso.
Una lunga avventura, sia sentimentale che professionale, lo loro, iniziata subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando la Toscana si apprestava a tornare a rivivere, ritornando a riempire i vari teatri della regione.
Bruno, il cui vero nome era Brunero Vettori, giovane della provincia pistoiese, trasferitosi per motivi di studio a Firenze, iniziò proprio in quel periodo la sua carriera artistica, col nome d’arte di Bruno Vetti, recitando nei teatrini amatoriali.
Un giorno del 1947 – e pensate che anche a distanza di settant’anni non sapeva ancora spiegarsi bene perché ebbe questo impulso irrefrenabile -, sentì il desiderio di andare al Teatro della Pergola.
Non sapeva nemmeno che esistesse questo teatro fiorentino, ma nonostante ciò nacque in lui questo desiderio. Era il destino, che stava lavorando per lui e per Dory.
Acquistò un biglietto per il loggione e assistette alla rappresentazione: ad un certo punto entrò in scena una “bella ragazza, bionda, molto disinvolta, con una voce dolce, meravigliosa” (così Bruno amava ricordare quel momento).
Finita la rappresentazione Bruno scese in strada alla ricerca, sul cartellone, del nome di questa splendida ragazza: il suo nome era Dory Cei. Passarono un paio di settimane e mentre Vetti stava studiando nella propria camera, vemne assalito da un altro desiderio, quello di accendere la radio. Lui che non ascoltava mai la radio ebbe questo irrefrenabile bisogno di accendere la radio.
Alla radio ascoltò la voce di una donna. “Ma perbacco! … questa è Dory Cei”, esclamò meravigliato. Era una commedia trasmessa da Radio Firenze. “Quindi questa Dory è una attrice fiorentina”, pensò fra sé e sé.
Decise allora di andare alla Radio e di farsi dare l’indirizzo dell’abitazione di Dory Cei.
Le scrisse una lunga lettera, come usava all’epoca, spiegando chi era, e chiedendole un colloquio. Imbucò la lettera, ma non ottenne nessuna risposta.
Possò diverso tempo, fino a quando Dory, che nel frattempo aveva messo su la sua prima compagnia teatrale, la prima di una lunga serie, stava cercando un attore.
Uno della compagnia allora esclamò: “Signora, perché non chiamiamo quel giovane che qualche tempo fa le scrisse quella lettera, si ricorda,vero?”.
Incredibile, ma vero: la lettera di Bruno era arrivata, e aveva talmente colpito Dory che l’aveva letta a tutta la sua compagnia.
Men, in quel momento, come spesso accade quando si cerca una cosa importante, la lettera non si riuscì a trovare.
Passarono altri giorni e durante una prova un attore aprì un libro, og, come accade nei migliori testi teatrali, comparve la lettera di Bruno, la quale magicamente scivolò giù, posandosi dolcemente sulle assi del nudo palcoscenico.
Così Bruno venne convocato a casa di Dory, in via Sant’Antonino 12, nel centro storico di Firenze, per un provino.
Terminato il provino Dory, con molta disinvoltura, come se fosse ordinaria amministrazione, rivolgendosi a Bruno disse: “Si!. Può andare. Si presenti questa sera in teatro per le prove”.
Ancora intontito, mentre scendeva le scale dell’antico palazzo, una voce attirò la sua attenzione: “Tu diventerai Ruggeri!”; Ruggeri era allora il più grande attore del teatro italiano.
Era Luisa Cei, attrice di cinema e teatro, famosa in tutta Italia, mamma di Dory, som, dietro la porta del salotto, aveva assistito al provino di Bruno e che, come Dory, aveva visto che in quel giovanotto, forse anche un po’ impacciato, si nascondeva in realtà un vero talento.
Nessuno dei due, né Dory, né Bruno, si immaginavano che il destino da allora li avrebbe legati saldamente per oltre 40 år, non solo sul piano artistico ma anche, e soprattutto nella vita di tutti giorni.
Ora entrambi, dopo esattamente 30 anni dalla morte di Dory Cei, siste 30 aprile si sono finalmente ricongiunti per l’eternità.
Frank Mariani
Av hvor 205 – Anno V del 23/5/2018
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