Porte aperte per 4 venerdì alla Basilica di San Lorenzo

san lorenzoGrazie alla nuova collaborazione fra l’Opera Medicea Laurenziana, la basilica di San Lorenzo e il Museo Nazionale del Bargello, di cui fa parte il Museo delle Cappelle Medicee, da venerdì 28 ottobre e, in via eccezionale a seguire i venerdì di novembre 4, 11, 18, si avrà l’opportunità di ammirare l’unitarietà del complesso mediceo laurenziano, con la proposta “Porte aperte”  fra la basilica, la Sagrestia Vecchia di Brunelleschi, la Sagrestia Nuova di Michelangelo.

Dall’unità d’Italia il complesso mediceo laurenziano non è visitabile e godibile nella sua interezza. La proprietà fu infatti divisa fra la chiesa (che tenne la basilica e la Sagrestia Vecchia), lo Stato (che tenne la Sagrestia Nuova e la Cappella dei Principi che divennero museo) e l’allora Intendenza di Finanza che si occupò della Biblioteca Medicea Laurenziana.

Oggi, grazie a questa iniziativa i fiorentini e tutti i visitatori potranno ritrovare l’unità del complesso così  come lo vollero i Medici che, per secoli, ne furono patroni, mecenati e parrocchiani.

Il costo dell’ingresso, con visite guidate, in collaborazione con le guide professioniste dell’Associazione Mercurio, sarà di 19 euro e il contributo servirà per restaurare opere del Complesso, in particolare il campanile della Basilica, ultima opera dell’Elettrice Palatina. Per dettaglio informazioni e prenotazioni www.operamedicealaurenziana.org

Questa antichissima basilica fu infatti nuovamente edificata su progetto di Filippo Brunelleschi per volere di Cosimo il Vecchio dei Medici e divenne la prima chiesa del Rinascimento. Molte importanti famiglie fiorentine parteciparono all’ingente spesa, ma i Medici restarono i patroni principali della basilica e responsabili delle più importanti commissioni.

Ecco cosa si potrà vedere:

I pulpiti di Donatello. Due singolari e straordinarie architetture che furono poste in basilica nel 1515, quando papa Leone X (il primo papa Medici) fu accolto trionfalmente in città per le quali furono utilizzati pannelli bronzei eseguiti da Donatello, ormai molto anziano, per il suo mentore Cosimo il Vecchio.

La Sagrestia Vecchia. Concepita da Brunelleschi come spazio centrale, in cui l’architettura si misura e si unisce alla scultura, in un equilibrio mirabile. Brunelleschi, Donatello, Verrocchio. Gli stalli in noce forse sempre su pensiero brunelleschiano. La scarsella con la raffigurazione del cielo in un preciso anno e in un preciso momento.

La Sagrestia Nuova. Eseguita da Michelangelo su commissione prima di Leone X, poi di papa Clemente VII, un capolavoro di proporzioni in tutto simili alla precedente ma con una grandiosità e un respiro che la rendono completamente diversa. La cupola come il Pantheon, per la prima volta a Firenze con la concezione di una classicità rinnovata e attualizzata che guiderà tutta la storia dell’architettura futura. La Madonna col Bambino, così forte e dolce a cui affidare l’anima per la vita eterna.  I Principi raffigurati seduti: combattivo Giuliano duca di Nemours, il fratello di Leone X, morto giovanissimo nel 1516; pensoso Lorenzo duca di Urbino (il giovane nipote di Leone X morto prematuramente nel 1520), al quale erano state affidate le sorti della dinastia. Accanto a loro il susseguirsi delle fasi del Ggiorno e della Nnotte, a indicare il tempo che passa inesorabile e continuo. Sopra il tempo la gloria resa immortale dall’arte, che celebra per sempre i due duchi e la loro dinastia.

In controfacciata il Balcone delle Reliquie eseguito da Michelangelo su commissione di papa Clemente VII(1531-32), da dove venivano mostrati al pubblico i tesori raccolti da Lorenzo il Magnifico entro vasi preziosissimi (ora in parte presso il Museo delle Cappelle Medicee e in altra nel Museo degli Argenti Tesoro dei Granduchi) recuperati dai due papi Medici dalla dispersione seguita alla cacciata degli avi da Firenze nel 1494.

Una straordinaria occasione per comprendere l’unicità dell’architettura di San Lorenzo, del mecenatisimo dei Medici e del Rinascimento a Firenze.

Mattia Lattanzi
Dal numero 131 – Anno III del 26 /10/2016