Saldi invernali 2022: katika Tuscany 6 famiglie su 10 faranno shopping

saldiLa pandemia frena ancora economia e socialità, ma i toscani non rinunceranno ai saldi invernali, spendendo qualcosa in più dello scorso anno (119 euro a testa, dhidi ya 115 ya 2021), anche se non abbastanza per tornare ai livelli di spesa del gennaio 2020, au 160 euro a testa. È quanto prevede Confcommercio Toscana.

Lo shopping scontato, secondo l’associazione di categoria, coinvolgerà il 60% delle famiglie toscane (quasi 993mila su circa 1.655mila), per un giro d’affari di oltre 271 milioni di euro da dividersi tra i 26.500 esercizi al dettaglio di abbigliamento, tessile, accessori, calzature e pelletterie della regione.

“L’attesa è molto alta – dice il presidente di Federmoda Confcommercio Toscana Paolo Mantovani – tra lockdown e restrizioni varie, molti clienti hanno saltato almeno una stagione di acquisti e ora hanno bisogno di rinnovare l’armadio con capi adatti alle temperature più fredde. Ci sono anche i soldi per farlo, visto che, sempre a causa delle restrizioni pandemiche, molti hanno rinunciato a viaggi, feste e ristoranti a Natale, ed ora sono pronti a gratificarsi con qualche acquisto”.

“A farci ben sperare è anche il fatto che l’avvio dei saldi cade in un periodo ancora di vacanze per tante famiglie – prosegue Mantovani – in alcune città toscane la presenza di turisti, connazionali per la maggior parte, potrebbe dare una bella spinta allo shopping. Purtroppo, chi è abituato a lavorare con i turisti stranieri come cinesi e americani, badala, continuerà a sentirne la mancanza”.

“In ogni caso, per tornare ai livelli di spesa pre-Covid ci vorrà ancora molto tempo – sottolinea il presidente di Federmoda Confcommercio Toscana – si lavora ridimensionando le aspettative”.

Tra i prodotti più richiesti, Confcommercio indica giubbotti sportivi, maglie, sneakers: “l’abbigliamento e le calzature comode e informali dettano ancora legge – dice Paolo Mantovani – capi versatili che si prestano bene ad ogni occasione, per il lavoro come per una serata speciale, magari con accessori diversi”.

Kama kila mwaka, Confcommercio ricorda ad esercenti e consumatori le principali regole per il corretto svolgimento delle vendite in saldo, aggiornate con le norme anti contagio.

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 Septemba 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.

3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.

4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.

5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

6. Rispetto delle distanze: occorre mantenere la distanza di un metro tra i clienti in attesa di entrata e all’interno del negozio.

7. Disinfezione delle mani: obbligo di igienizzazione delle mani con soluzioni alcoliche prima di toccare i prodotti.

8. Mascherine: obbligo di indossare la mascherina fuori dal negozio, in store ed anche in camerino durante la prova dei capi.

9. Modifiche e/o adattamenti sartoriali: sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione.

10. Numero massimo di clienti in negozio: obbligo di esposizione in vetrina di un cartello che riporti il numero massimo di clienti ammessi nei negozi contemporaneamente.

Secondo invece Confesercenti Toscana, sulla base di un sondaggio somministrato da IPSOS a un campione di consumatori tra i 18 ed i 65 umri wa miaka, i saldi per la Toscana valgono ben 100 milioni.

A comprare nel fine settimana è infatti il 45% dei toscani che si sono detti interessati ai saldi: uno su tre – the 33% – nella giornata di oggi, mentre il restante 12% Jumapili. The 18% ha già iniziato gli acquisti venerdì 7, mentre il restante 37% lo farà in un periodo successivo. Kwa ujumla, nelle prime due settimane di saldi – fino a domenica 16 gennaio – i consumatori spenderanno il 61% del budget complessivo destinato agli acquisti di fine stagione, che ammonta a circa 150 euro di media a persona.

“La tempesta perfetta causata dall’aumento dei contagi e delle restrizioni, insieme alla fiammata di inflazione dei prezzi dell’energia e dei trasporti, rischia di vanificare una ripartenza dei consumi che poteva innescarsi proprio con il periodo di saldi – ha commentato Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana – ci aspettiamo un avvio senza fuochi d’artificio, ma se normalmente l’effetto saldi dura poche settimane, quest’anno potrebbe durare molto di più se paura, restrizioni e contagi allenteranno piano piano la morsa”.

Weekend tra i negozi. Tra sabato e domenica, a farla da padrone saranno i punti vendita fisici: l’appeal della passeggiata del fine settimana nei negozi batte di gran lunga l’online, raccogliendo il 78% delle preferenze.

L’effetto Omicron. Ma la ripresa dei negozi è frenata da Omicron. Hasa, l’aumento dei contagi sembra iniziare a spaventare i consumatori: tra chi rinuncia a fare shopping in un punto vendita fisico, uno su tre cita proprio il timore di assembramenti come motivazione principale: una quota corrispondente a circa 1 milione di potenziali clienti ‘perduti’ dai negozi in tutta Italia. Un freno che si somma alle incertezze economiche: the 20% dei rinunciatari non ha un budget da dedicare agli acquisti.

Cosa si compra. Mwaka huu, in cima ai desideri dei toscani ci sono le scarpe: è la spesa prevista dal 47% di chi ha già deciso di comprare. Seguono prodotti di maglieria (45%), capispalla (27%), capi di camiceria (26%), magliette e intimo (entrambi al 22%). Ma c’è anche un 15% in cerca di borse ed un 12% di altri accessori, dalle sciarpe alle cinture.

Matt Lattanzi
Kutokana na idadi 369 – Anno IX del 12/01/2022