7 Cuaj hlis: Rificolona muaj pilgrimage mus ko taw ntawm Impruneta

PELLEGR1Il pellegrinaggio che si svolgerà mercoledì 7 Cuaj hlis, vigilia della Natività della Madonna, ed ha visto anche lo scorso anno la partecipazione di oltre 600 neeg, è arrivato alla sua sesta edizione.

L’inizio è alle ore 14,30 dalla Basilica dell’Impruneta passando dalla Porta Santa e vedrà la presenza del Cardinale Mons. Giuseppe Betori alla partenza, vera e propria novità di questo anno, in attesa che, prima o poi anche lui faccia tutto il pellegrinaggio, come ha auspicato l’anno scorso.

Il pellegrinaggio sarà guidato da Mons. Andrea Bellandi, Vicar General.

Il percorso è di 16 km, come lo scorso anno, arrivando circa alle ore 20 alla Chiesa di Santa Felicita dove ci sarà l’Adorazione Eucaristica.

Tom 20,30 dalla Chiesa di Santa Felicita partirà il Corteo, quest’anno accompagnato dalla Filarmonica di Firenze “Joachim Rossini”, anche questa altra novità di quest’anno.

La partecipazione al pellegrinaggio è libera: Impruneta si può raggiungere con mezzi propri o pubblici, linea Cap, oppure si può usufruire di ‘autobus a corsa speciale’ prenotando il posto al sito http://www.pellegrinaggionativitamaria.wordpress.com/ dove è possibile avere ulteriori informazioni.

Il pellegrinaggio avrà termine alla Basilica della Santissima Annunziata verso le ore 22,30, passando dalla Porta Santa, con la preghiera dell’Arcivescovo di Firenze Mons. Betori.

Tom 20,45 in piazza della Signoria si terrà l’incontro con le autorità civili e il Gonfalone, mentre alle 21 in piazza San Giovanni incontreremo nuovamente il Cardinale.

In piazza S.S. Annunziata i saluti delle autorità civili (è stato invitato anche il Sindaco) e la benedizione del Cardinale alla piazza, poi la festa con la presenza della banda della Pippolese e della band GAUDATS JUNK BAND, che animeranno la festa usando strumenti costruiti con materiale riciclato.

La festa sarà presentata da Emanuele Masi e vedrà la consegna del decimo premio Graziano Grazzini alla Rificolona artigianale più significativa presente in piazza, nel decimo anniversario della morte del Consigliere Provinciale.

Fin dalla metà del Seicento il pellegrinaggio a Firenze di tanti contadini e montanari per festeggiare l’8 settembre la festa della natività della Madonna nella Basilica della Santissima Annunziata, veniva illuminato da piccoli lampioncini fatti a mano dagli stessi pellegrini.

Oltre ad essere spinti dal devoto pellegrinaggio, molti ne approfittavo per venire a vendere la propria mercanzia in città.

Per poter trovare un buon posto di vendita dormivano la notte prima nel chiostro della basilica o sotto i loggiati della piazza dove, alla tremula luce dei loro lampioncini, cantavano laudi alla Vergine finché, a tarda notte, non arrivava Morfeo a mettere la parola fine a questa particolare veglia.

I giovani fiorentini si divertivano un mondo a prendere in giro questo rozzi campagnoli, vesti in modo rustico, che non erano sicuramente un modello di eleganza e di buon gusto.

Le donne, specialmente, con i loro larghi fianchi e gli abbondanti seni e posteriori, erano oggetto di queste particolari e allegre canzonature. Fu loro messo il soprannome di fierucolone o fieruculone, dove la radice fiero si riferiva alla fiera o fierucola, mentre la desinenza finale, colone o culone, faceva riferimento ai loro abbondanti sederi.

Da fieruculona si ebbe in seguito, per corruzione, la parola rificolona, che tuttora si usa comunemente quale espressione critica, allegra e scanzonata verso una donna vestita e truccata senza gusto, in modo vistosamente eccentrico.

Con l’andare del tempo si cominciarono a costruire lanterne, ispirandosi a quelle dei contadini ed alle forme delle loro donne.

Così il termine rificolona incominciò ad essere usato per definire queste lanternine facendone una delle più antiche, scanzonate e tradizionali feste popolari di Firenze, ancora oggi “sentita” dai fiorentini.

Tus 7 Cuaj hlis ntawm 2002, per la rificolona, a Cristina Piazzini, di professione insegnante, capitò di accompagnare, insieme con la sua Parrocchia del Pignone, il suo terzogenito, il più piccolo, in piazza SS.ma Annunziata.

Non ci andava più da tempo, perché la festa della rificolona era ormai vissuta all’interno dei quartieri e a livello cittadino aveva perso di qualità. Infatti in piazza trovò solo una orchestrina jazz che suonava fra l’indifferenza dei pochi e distratti presenti e il Santuario chiuso, motivo per cui si era recata con la parrocchia.

“Provaimi dice Cristinaun senso di dolore nel vedere come nella sede storica di questa grande festa fiorentina, cioè la piazza della Santissima Annunziata, se ne era perso completamente il senso e la voglia di festeggiare. Così coinvolsi il mio amico Graziano Grazzini, allora consigliere comunale, con la bizzarra idea di riportare la festa della rificolona al suo significato e al suo antico splendore”.

La loro idea non era del tutto facile e il successo del tutto scontato.

“Nonostante la mia preoccupazione Graziano si mostrò da subito entusiasta, così coinvolgemmo Giannozzo Pucci, futuro presidente della nascente compagnia, e padre Alberto Ceragioli, allora parroco della Basilica”.

Siccome nella tradizione si ricordavano i contadini che venivano in pellegrinaggio verso la basilica della SS.ma Annunziata, fu proposto di fare un corteo che partisse dal cuore cristiano della città, cioè piazza S. Giovanni, e che da lì si muovesse verso la basilica mariana.

Da allora la festa è stata sempre in continua crescita, con la presenza dell’Arcivescovo e del Sindaco. Per ricordare l’operato di Graziano Grazzini è stato istituito il premio destinato alla più significativa rificolona presente in piazza.

Frank Mariani
Los ntawm cov xov tooj 123 – Xyoo III 31/8/2016