Approvata la legge “ammazza cinghiali”. Intervista ad Antonella Messeri della LAV

toscanarossosangueIl Consiglio regionale della Toscana ha approvato con voto bi-partisan la Legge Remaschi, che prevede una espansione incontrollata dell’attività venatoria durante tutto l’anno, comprese le aree protette, nelle quali i Comuni potranno anche concedere ai cacciatori l’ingresso attraverso mezzi a motore.

La legge Remaschi, con l’estensione della caccia in ogni stagione, porterà di certo un nuovo impulso a una delle industrie più fiorenti del nostro paese.

Faktisk, secondi solo agli USA, gli armieri italiani producono all’80% armi da caccia, ma devono affrontare un “serio” problema: il calo numerico dei cacciatori che sarà evidentemente rimpiazzato dall’invenzione della filiera alimentare selvatica, tenuta a battesimo all’Expo.

La Regione Toscana, con la legge “ammazza cinghiali” sembra raccogliere queste suggestioni, trasformando i suoi boschi in una sorta di allevamento di ungulati a cielo aperto, con ampia libertà di sparo, al prezzo di una vergognosa militarizzazione del territorio.

Abbiamo chiesto ad Antonella Messeri, responsabile della LAV – Lega Antivivisezione di Firenze, che cosa ha fatto la LAV per evitare questo orrore bi-partisan?

“Come ben sapete noi della LAV, insieme alla Redazione di ‘Restiamo animali”, e le Associazioni aderenti al CAART (Coordinamento associazioni animaliste regione Toscana), abbiamo cercato in tutti i modi di opporci all’approvazione della legge che consentirà ai cacciatori toscani di abbattere 250.000 ungulati in tre anni. Insieme a noi si sono esposti personaggi noti e persone comuni che hanno firmato o proposto petizioni, ma la maggioranza del Consiglio regionale aveva già deciso. Hanno rispettato le regole, ovvero hanno ‘sentito’ i vari soggetti portatori di interessi, ma hanno ascoltato solo chi voleva la mattanza degli ungulati in generale, dei cinghiali in particolare”.

Perché?

“È noto che la situazione attuale deriva dall’azione scriteriata dei cacciatori e delle istituzioni che hanno permesso negli anni 70-80 di importare i cinghiali dall’Ungheria (o vogliono dire che i cinghiali sanno prendere il treno o l’aereo e sono arrivati in Italia da soli?) e che poi hanno provveduto ad effettuare i primi e ad autorizzare i secondi la cosiddetta caccia di selezione per contenere il numero, a loro dire sempre in crescita, dei cinghiali. Ma allora, se nonostante le centinaia di battute di caccia organizzate nel periodo venatorio, o in deroga su autorizzazione delle istituzioni preposte, il numero dei cinghiali non è stato contenuto ma è aumentato, a cosa è servito ucciderli a fucilate? La riposta è talmente ovvia che fa paura: è la stessa attività venatoria che abbassando l’aspettativa di vita degli animali incentiva gli ungulati a riprodursi il prima possibile. Ma questa semplice e lapalissiana verità non arriva a far capire la portata negativa della legge approvata dalla nostra Regione”.

I cacciatori, che secondo alcune statistiche sono in numero minore rispetto agli scorsi anni, ora potranno cacciare sempre. Quindi aumenterà anche il rischio di incidenti

“Voglio infatti ricordare il numero dei morti e dei feriti ad opera dei cacciatori e far presente che questi soggetti, nella maggioranza ultra sessantenni, sono autorizzati a portare fucili e a sparare senza sottostare a nessun controllo, ad esempio di alcol o di droghe. Un automobilista viene giustamente controllato quando guida, perché allora non si controllano anche i cacciatori quando girano con un fucile, e che fucile, per i nostri boschi. Nostri boschi, adesso è un parolone! Chi di noi si sentirà sicuro ad andare a passeggio per le nostre meravigliose campagne? Queste diventeranno a breve territorio dei cacciatori che vi potranno sostare, con fucili da guerra capaci di sparare a tre km di distanza, tutti i giorni dell’anno per tre anni!”.

Dov’è il vantaggio, eller bedre, chi trarrà veramente vantaggio da questa legge?

“Sempre loro, i cacciatori per i quali la Regione ha previsto anche una rivoluzione nella filiera delle carni. I cacciatori potranno infatti vendere le carni che macelleranno, certo prima dovranno seguire un corso! Quanti soldi per le associazioni venatorie! Certo, anche non volendo, viene da pensare che il partito di maggioranza della Regione Toscana spera e forse è convinto di aumentare il proprio consenso sul territorio. Sarà così, dipende dai morti umani, dai danni, dalle situazioni di disagio che i comuni cittadini si troveranno a vivere. E gli agricoltori? Che vantaggio avranno? Chissà, visto che anche loro potranno catturare gli ungulati sul loro territorio forse recupereranno i danni! E i costruttori di armi? Mi sa che anche loro possono sperare in lauti guadagni dalla vendita delle loro armi e dei relativi ‘accessori’! La natura invece guadagnerà tanto piombo sparso sul terreno, tanti bossoli di cartucce lasciate lì, tanto sangue innocente sparso per i boschi e per i sentieri”.

Ma non era possibile trovare qualche altra valida alternativa al “problema” cinghiali?

“Evidentemente no! Ho assistito a tutta la discussione svoltasi in Consiglio regionale ed è stato veramente triste constatare l’arroganza della stragrande maggioranza dei consiglieri. Vi riporto solo questa situazione: Ilaria Galletti, M5S, prende la parola per sottolineare la possibilità di ricorrere a metodi anticoncezionali già in avanzata fase di sperimentazione che bloccherebbero la fertilità degli animali per quattro anni. Fa presente quindi che invece di ricorrere all’uccisione degli animali sarebbe possibile procedere alla loro cattura e somministrargli l’anticoncezionale ottenendo così sicuri effetti di contenimento delle nascite. Le risponde il consigliere Marras capogruppo PD, originario di Grosseto, che esclama: ‘Ma non pretenderà mica che io vada a mettere i profilattici ai cinghiali!'. Non ti riferisco poi le osservazioni di altri consiglieri della maggioranza sull’intervento naturale dei lupi per il contenimento degli ungulati, cui ha fatto riferimento anche Dacia Maraini! Anzi presto cercheranno di abbattere anche quelli, ci scommetto! Oltre tutto Marras viene da Grosseto dove ai lupi tagliano la testa e li conficcano sui pali a lato delle strade!”.

Cosa farà la LAV per contrastare tutto questo?

“Cercheremo di seguire da vicino gli sviluppi della legge e verificheremo i dati che ci auguriamo la Regione vorrà fornire sull’efficacia della stessa che è solo anacronistica e brutale. Purtroppo poche sono ormai le nostre possibilità di intervento. Possiamo continuare a presentare petizioni, a manifestare, a scrivere, ma abbiamo poche possibilità di ottenere dei risultati. Ci vorrebbe il coinvolgimento di tutti i cittadini, non solo di noi che lottiamo da tempo per tutelare gli animali, per bloccare gli effetti della legge. Basterebbe che i ciclisti, o le persone che passeggiano, le famiglie cha vanno a fare le merende nei prati, insomma tutti si recassero nelle zone dove sono organizzate le battute di caccia per bloccarle, riappropriandosi così del loro territorio. Forse ancora molti non se ne rendono conto, ma oltre alla vita degli animali viene tolta la libertà ai cittadini di potersi muovere come meglio credono e in sicurezza nelle nostre bellissime campagne! Infine noi della LAV ci chiediamo: i turisti continueranno ad amare la Toscana e a visitarla? Gli agriturismi continueranno ad avere clienti? Oppure dopo le prime fucilate, invece del canto degli uccellini che nel frattempo saranno fuggiti chissà dove per poter nidificare, preferiranno altre realtà?”.

Michael Lattanzi
Af antallet 99 – Anno III del 10/2/2016