Qhib Square hauv nco txog cob moos Lando Conti murdered ntawm tus liab Brigades

Tom qab 34 xyoo no lub xwmfab hauv Florence bears lub npe Lando Conti, republican exponent, Tus kav nroog ntawm Florence txij thaum 1984 al 1985, raug tua los ntawm ib cov commando liab Brigade rau 10 Lub ob hlis ntuj 1986, thaum muaj hnub nyoog 52 xyoo, tawm hauv plaub tug me nyuam: Leonardo, Lapo, Lorenzo thiab Stefano.

I terroristi gli tesero l’agguato nelle prime ore del pomeriggio a Ponte alla Badia, ntawm lub rooj vag uas Florence: Conti aveva lasciato poco prima casa sua per andare in Palazzo Vecchio, dove era in corso la seduta del consiglio comunale. Una Fiat Uno rossa affiancò l’auto dell’esponente repubblicano. Partirono i primi colpi. Conti perse il controllo della macchina. Un brigatista scese e lo finì con un’altra scarica di proiettili.

Il pubblico ministero Gabriele Chelazzi, che condusse le indagini e riuscì ad ottenere quattro condanne (finirono all’ergastolo Maria Cappello, Fabio Ravalli e Michele Mazzei, e fu condannato a 30 anni Marco Venturini) era convinto che almeno altri 7-8 assassini fossero sfuggiti alla cattura.

A Lando Conti è stata dedicata l’area di circolazione davanti al Palazzo di giustizia, compresa tra via Carlomagno, via della Torre degli Agli e viale Guidoni.

Alla cerimonia sono interventi il figlio Lorenzo, il vicesindaco e assessore alla toponomastica Cristina Giachi, il vicepresidente vicario del consiglio comunale Emanuele Cocollini, Thawj coj ntawm lub cheeb tsam tsev kawm ntawv 4 Mirko Dormentoni, la presidente del tribunale Marilena Rizzo, e Caterina Romagnoli Chelazzi.

“Con questa intitolazione mandiamo un messaggio per l’oggi – ha sottolineato il vicesindaco Giachi – un messaggio che dice di un modo di fare politica che ha sempre considerato l’interlocutore un avversario e mai un nemico, di uno stile di impegno nella politica e nelle istituzioni che ha sempre collocato al giusto posto le priorità, sapendo che le persone vengono prima e che i rapporti umani sono un tesoro da custodire al di là di ogni orientamento di pensiero e ideologico. Questo è stato uno degli insegnamenti di Lando Conti. É stato un servitore delle istituzioni che lo ha visto, negli anni, ricoprire ruoli di responsabilità. Un impegno stroncato troppo presto ma vissuto con quella decisione e trasparenza di intenti che sono stati la cifra della sua militanza politica. Lando Conti fu ucciso mentre si recava al consiglio comunale. A Conti, che al tempo del suo impegno nell’amministrazione comunale si era occupato di progettare il futuro di questa parte della città, abbiamo intitolato una piazza significativa, che si trova in un luogo simbolo della città che cambia, che cresce e che guarda al futuro”

Lando Conti – ha ricordato il vice presidente Emanuele Cocollini – fu un grande Sindaco che lavorò allo sviluppo di Firenze. Fu un Sindaco onesto e galantuomo, legato ai valori risorgimentali e a quella cultura laica che apparteneva alla sua famiglia. Lando Conti, primo Sindaco laico della Firenze repubblicana fu anche, dopo Bettino Ricasoli, il secondo Sindaco dichiaratamente Massone. THIAB, da Massone, aveva il senso del dovere verso la comunità. A lui deve andare, hnub no, il nostro pensiero riconoscente per quello che ha fatto. Tus kav nroog ntawm Florence, Lando Conti morì in una fredda giornata del febbraio 1986. Ma non morì di raffreddore. Morì perché ucciso dalle Brigate Rosse, che gli spararono mentre era in macchina. Le Brigate Rosse!”.

“Quelle Brigate Rosse – ha proseguito Emanuele Cocollini – che alcuni, a sinistra, si ostinavano a chiamare ‘compagni che sbagliano’, mentre erano solo terroristi intrisi di odio ideologico. Hnub no, Firenze ha, thaum kawg, intestato una Piazza a Lando Conti, al suo Sindaco ucciso da odiatori professionisti, da terroristi che fuggirono la realtà per rifugiarsi nell’ideologia comunista. Il progetto del Comitato promotore di una piazza a Lando Conti prevede anche l’installazione di una statua. Credo che dovremmo allora lavorare tutti insieme alla completa realizzazione del progetto. Vorrei che il nome di Lando Conti fosse iscritto sulle pietre di questa città. E vorrei che la sua immagine fosse presente e visibile nella Firenze che tanto amò.

“Lando Conti – ha concluso il vice presidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini – venne ucciso mentre si recava qui, in Consiglio Comunale. E noi abbiamo l’obbligo morale di sentirlo come uno di noi, vivo e presente ancora oggi: nei nostri cuori e nel nostro ricordo”.

Mattia Lattanzi
Los ntawm cov xov tooj 283 – Xyoo VII 19/2/2020

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