“Lo stupro” di Alessandro Volpi

stuproAvete presente quella tipologia di libro che dopo aver concluso la lettura vi lascia con un senso di abbandono e malinconia?

 Ecco, il libro di cui vi parlerò questa settimana, ha depositato in me un senso di sconforto, sconforto perché ho finito di leggere il libro troppo velocemente. E questo dovrebbe essere il senso di tutti i libri.

Alessandro Volpi, classe 1958, esordisce con il suo primo vero romanzo, “Lo stupro”, edito da Albatros.

La protagonista della storia è Carol che, giovanissima, subisce una grave violenza sessuale, il padre incapace di reagire ad un’azione così forte, chiede aiuto al Lupo, esponente della Mala vita che aiuterà Carol e la sua famiglia in questo riscatto morale.

Il libro è ricco di particolari, il punto di vista è diverso rispetto a tutti gli altri libri, e cerca di spiegare anche dei meccanismi interni alla mala.

Lo scrittore che ha avuto un passato non roseo, si avvicina dapprima alle fiabe per bambini, esattamente per le nipoti, poi avanza verso una scrittura sempre più complessa, quale il romanzo.

Effettivamente non si tratta di un argomento facile da trattare, ma l’intenzione dell’autore era quella di portare alla luce il mondo sommerso e sconosciuto della vecchia malavita milanese, “La Mala”, rivelandone regole e tradizioni. Di questo ha voluto parlare. Oltre al tema dello stupro ci sono altri argomenti altrettanto scottanti (sono già pronti due racconti su il ricatto e il pedofilo) con i quali Volpi continuerà a rivelare i princìpi e le storie degli uomini di strada, delle loro emozioni e del loro modo di vivere. Del resto l’autore mi confida che questo è un mondo che conosce molto bene, e crede di essere riuscito a scriverne senza troppe esaltazioni o vittimismi.

E quando ho chiesto ad Alessandro Volpi se ci sono elementi autobiografici, mi ha risposto: “Non credo di poterlo negare poiché il mio passato parla per me. Naturalmente non si tratta del caso specifico e la storia è romanzata, però i personaggi sono stati estrapolati dalla vita comune e li ho riportati affibbiando ruoli non loro. Fortunatamente l’hanno presa bene e, come me, ne hanno riso compiaciuti”.

Sull’editoria d’oggi, Volpi la pensa come tutti gli autori esordienti: “Penso non ci sia molto da commentare perché, anche qui, la crisi la fa da padrona. Sarebbe fondamentale che gli italiani imparassero a leggere di più, come accade all’estero, per poi poter dare forza e sviluppo a quelle Case Editrici che vogliono credere e puntare sugli emergenti. I grandi nomi dell’editoria viaggiano in simbiosi con i personaggi famosi della politica e dello spettacolo, ignorando gli esordienti che, per farsi conoscere e pubblicare, la maggior parte delle volte devono contribuire alle spese di stampa; per loro sorge poi il problema della distribuzione nelle edicole o librerie, senza le quali non si ottiene la dovuta visibilità e, per la legge di mercato, la vendita è notevolmente ridotta (10.000 copie esposte nelle librerie sono molto più accattivanti di una semplice foto in un sito on-line)”.

Consiglio a chiunque il nuovo romanzo di Alessandro Volpi; acquistarlo è facile, è presente in tantissimi store.

Eleonora Marsella

Dal numero 52 – Anno II del 18/02/2015

Il blog di Eleonora Marsella

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