Sabato Santo 2023: Veglia Pasquale presieduta Cardinale Betori con accensione fuoco Scoppio Carro

Sabato Santo 2023 a Firenze con il corteo storico della Repubblica Fiorentina che accompagna, con il Gonfalone di Firenze e la Famiglia di Palazzo, le scaglie del Santo Sepolcro in cattedrale per la veglia pasquale dove saranno accesi, con le scaglie, il fuoco nuovo e il cero pasquale.

Il fuoco poi di questa sera domani, giorno della Santa Pasqua, pm 11 al canto del Gloria servirà per accendere la miccia dello colombina che darà inizio poi alla cerimonia dello Scoppio del Carro

La veglia è presieduta dal Cardinale Giuseppe Betori Arcivescovo di Firenze.

Questo il testo della sua omelia:

Katika preconio pasquale abbiamo udito un annuncio di gioia: «Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro». Annuncio di gioia, perché ci comunica che il dramma che si è consumato negli ultimi tre giorni a Gerusalemme ha avuto un esito che va oltre ogni attesa e dà compimento alle speranze dell’umanità. Tre giorni in cui si riassume il senso del disegno di Dio sulla storia e ci viene offerto un fondamento di luce nel buio delle nostre esistenze. Il Figlio di Dio fatto uomo è morto, veramente morto, sulla croce del Golgota, e il suo corpo esanime è stato racchiuso in un sepolcro, sigillato da una pietra. Poi su tutto è piombato il silenzio, il grande vuoto del sabato, che poteva far pensare che tutto fosse finito, che la promessa di un mondo nuovo, quella promessa che la predicazione del Maestro aveva consegnato ai suoi discepoli, fosse sfiorita, svanita nel nulla, nel buio dell’Ade, dello Sheol, degli Inferi. Il respiro era rimasto sospeso nel nostro petto ed eravamo rimasti in attesa, finito il riposo sabbatico, di poter piangere su quella pietra dietro la quale giaceva sepolta, estinta, la nostra speranza.

Ma giunge finalmente questa notte, in cui, sul limite del nuovo giorno, accade ciò che umanamente non avremmo mai potuto non solo sperare, ma neanche pensare: «O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore» (Preconio pasquale), abbiamo cantato. La morte non può trattenere nel suo nulla colui che ha dato vita a tutte le cose. L’amore con cui egli si è consegnato a noi, fino a morire per noi, diventa sorgente di una vita nuova, la vita del Risorto.

Nessuno è testimone di questo evento. Il fatto resta nel mistero di questa notte: «O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi» (Preconio pasquale), è ancora la voce del preconio. A noi sono consegnati solo i segni di questo evento, che è la nostra salvezza. Anzitutto il segno del sepolcro vuoto. Nel vangelo di Matteo esso è accompagnato anche dal prodigio di un terremoto, che scuote il luogo della sepoltura, e dall’apparizione di un angelo, che rimuove la pietra del sepolcro, altrimenti inaccessibile alla donne, ma soprattutto a loro consegna una verità inaudita: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto» (Mt 28,5-6a). Il mistero della notte viene svelato ed è consegnato come un annuncio da diffondere per illuminare la fede e dare coraggio ai cuori: «Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”» (Mt 28,7). Seguiranno poi le apparizioni del Risorto, per mostrare che la sua vita è davvero una novità di vita, una vita trasfigurata, in cui i discepoli esiteranno a riconoscerlo, ma alla fine dovranno constatare che è proprio lui, il loro Signore.

Così si compie il mistero della Pasqua che dalla persona di Gesù ora chiede di prendere posto nell’esistenza di ciascuno di noi e nelle vicende del mondo. Lo ha proclamato ancora il preconio pasquale: «Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace». È il volto di una vita rigenerata, di una terra sanata fin nelle sue radici di male che la notte della Pasqua preannuncia come il dono consegnato a chi riconosce nel Risorto il potere di Dio di fare nuova la sua creazione, di vincere le tenebre del peccato, consacrando gli uomini nel suo amore. È quanto ci testimoniano i catecumeni che in questa notte ricevono i sacramenti dell’iniziazione cristiana, a cui si unisce una piccola bambina che viene battezzata. Li ringraziamo per il dono che fanno al Signore di unire a lui la loro vita e ne accogliamo con gioia la testimonianza.

C’è speranza per noi, anche oltre il buio delle nostre fragilità e della morte. C’è speranza per il mondo, anche oltre le tenebre delle ingiustizie e delle guerre. C’è Cristo, nostra speranza, da accogliere nella fede e da testimoniare nell’amore. «Esulti il coro degli angeli, esulti l’assemblea celeste: un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto. Gioisca la terra inondata da così grande splendore; la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo» (Preconio pasquale).

Riprese video e foto di Franco Mariani.

Franco Mariani
Kutokana na idadi 425 – Anno X del 12/04/2023