Per settembre la fine del restauro Battistero

Il restauro del Battistero di San Giovanni a Firenze, iniziato a febbraio 2014, dopo settanta anni esatti dall’ultimo intervento, si avvicina al suo completamento previsto entro il 30 ເດືອນ​ກັນ​ຍາ 2015.

Si tratta di una delle tappe fondamentali del programma di interventi messi in campo dall’Opera di Santa Maria del Fiore in vista dell’apertura del nuovo Museo dell’Opera del Duomo (29 ເດືອນ​ຕຸ​ລາ 2015) e del V Convegno Ecclesiale Nazionale della Chiesa Italiana che si terrà a Firenze a novembre.

Nei giorni scorsi è iniziato il trattamento della copertura marmorea del monumento e i restauratori del Consorzio San Zanobi, a cui l’Opera di Santa Maria del Fiore ha affidato i lavori di restauro, saranno affiancati da una squadra di operatori specializzati in lavori edilizi in cordata che si caleranno dall’alto dell’edificio a partire da un’altezza di circa 35 ແມັດ.

Il restauro interessa tutto il rivestimento marmoreo delle otto facciate esterne, delle falde di copertura e della lanterna del Battistero. I fenomeni di degrado sono quelli tipici del contesto urbano in cui sono collocati questi monumenti e delle caratteristiche dei materiali: formazioni di croste nere di media e alta durezza con sottostanti fenomeni di solfatazione, dilavamento da acqua piovana piena di sostanze inquinanti e corrosive con la conseguente mutazione della superficie originale fino alla perdita di intere porzioni di modellato; depositi dall’aspetto resinoso e traslucido di ossalato di calcio, formazione di fessurazioni e microfratture causato dallo stress termico caldo-gelo e massiccia esposizione ai venti, alterazione biologica sia fungina che batterica.

“La conoscenza è alla base della buona conservazione – afferma il vicepresidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Francesco Gurrieri – per questo il restauro del Battistero di Firenze si è mosso da una fase diagnostica e una di accertamento diretto sui materiali in cantiere. È stata poi realizzata una mappatura dei degradi e per ogni tipologia di degrado delle prove di pulitura. E qui sorge il limite dell’intervento conservativo, di dove fermarsi nell’integrazione: sul Battistero, ແທ້​ຈິງ​ແລ້ວ, sono presenti materiali diversi che vanno dai marmi apuani a quelli di recupero più antichi, ma soprattutto, il serpentino verde di Prato che è un materiale fragile e che, come diceva Vasari, sbulletta. Ora il cantiere va avanti, ricco di queste informazioni e presto la città potrà finalmente godere del suo Battistero, del suo bel San Giovanni!".

I rilievi laser, gli studi iconografici e storici e le campagne diagnostiche sono state eseguite dall’Università degli Studi di Firenze e dall’ICVBC – CNR.

Il laboratorio materiali lapidei del dipartimento di Scienze della Terra, dell’Università degli Studi di Firenze, incaricato dall’Opera di effettuare lo studio dei materiali costituenti il Battistero si è occupato, come afferma il direttore Carlo Alberto Garzonio: “In una prima fase, di datare le malte, le murature e i laterizi per fornire informazioni utili per la storia dell’edificio. In un secondo momento abbiamo studiato i rivestimenti marmorei che ha permesso di individuare marmi ‘bianchi’ provenienti da Carrara, da Lasa (Bolzano) e di origine greca. I marmi verdi provengono per la maggior parte da Figline di Prato, ma anche in questo caso sono presenti diverse colorimetrie. ໃນ​ທີ່​ສຸດ, abbiamo studiato i degradi rispetto alle caratteristiche dei materiali dovuti principalmente all’inquinamento ma anche a precedenti restauri. Tutti questi dati serviranno per formulare un programma di conservazione successivo al restauro e un monitoraggio degli effetti dell’intervento” .

Matt Lattanzi
ຈາກ​ຈ​ໍ​າ​ນວນ 64 - ປີ II 13/05/2015