“To humans, from Florence”: le statue di Firenze raccontano la città vuota
Da un giorno all’altro siamo spariti, lasciandole sole nelle piazze, nelle strade e sui ponti vuoti. Le statue di Firenze sono sempre lì ad aspettarci e nel frattempo ci parlano dandoci speranza, conforto e ricordando i giorni delle folle e dei flash. “To humans, from Florence – Un video per Firenze” è il titolo del nuovo progetto dello studio di comunicazione “Riprese Firenze”, con il patrocinio del Comune di Firenze e il sostegno di Florence Convention & Visitors Bureau e di Toscana Promozione Turistica, pensato e realizzato come una dedica di amore alla città, da condividere con il mondo.
I videomakers hanno fatto le riprese nella città svuotata dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19 e popolata solo dalle statue secolari a cui hanno dato la parola.
“Abbiamo raccontato uno scambio di punti vista – spiega Matteo Gazzarri, Art Director dello studio – siamo entrati negli occhi delle statue per vedere una Firenze vuota e triste, சில, ma sempre bella. È una poesia d’amore per la città, nata dalla voglia di dare il nostro contributo in un momento così difficile. Con il rallentamento forzato dei ritmi lavorativi ci siamo concentrati su quella che è la nostra essenza, la creatività. È nata questa dedica, una storia che vogliamo condividere con chi ama Firenze”.
Così si racconta che al Porcellino mancano tanto carezze e desideri e che il David non vede l’ora di incrociare ancora i nostri occhi ammirati che scrutano la sua bellezza.
Benvenuto Cellini, பின்னர், spera di ritrovare presto le promesse degli innamorati su Ponte Vecchio e Giovanni dalle Bande Nere i carretti del mercato di San Lorenzo. Tante volte le statue hanno invocato un po’ di riposo e ora che c’è solo silenzio cresce la nostalgia verso i loro “cari umani”. Parlano come noi, perché ci conoscono da sempre e dei fiorentini hanno l’indole e l’ironia.
“Raccontiamo la città con una magia nuova, in cui la bellezza è un grido nel silenzio del nuovo deserto quotidiano”. Firenze continua a vivere anche senza di noi, con la sua storia tracciata nei monumenti, ma ci aspetta. “Dobbiamo solo avere pazienza, noi come i turisti, perché la città ci sarà sempre. Eravamo chiassosi, forse anche poco rispettosi, ma è proprio il brulicare di vita che manca ed è per questo che le statue ci chiedono di tornare presto. Cambiando prospettiva si aprono scenari diversi. “To humans, from Florence” è anche un invito a riscoprire con occhi nuovi la bellezza che accompagnava il nostro quotidiano, per tornare a sorprenderci”.
Simona Michelotti
பல 293 – Anno VII del 29/4/2020
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