Un privato restaura a sue spese la Pala Puglieschi della chiesa di San Firenze

chiesa san firenzeDopo nove mesi di lavoro è ritornata al suo posto, restaurata, la Pala Puglieschi dell’altare maggiore della chiesa di San Filippo Neri a Firenze.

Die nuus, in una città piena d’arte come Firenze, non farebbe “scalpore” se non fosse che si tratta del primo esempio di utilizzo dell’Art Bonus da parte di un privato.

Il restauro – ha spiegato la presidente della Commissione cultura Maria Federica Giuliani – è stato completamente finanziato da Beatrice Mazzego, fiorentina, ex dipendente del Ministero dei beni e delle attività culturali, che si è avvalsa della legge denominata ‘Art Bonus’ ed è la prima cittadina che, da sola, ha effettuato un restauro di importo superiore a 5000 euro, Ek 28542 euro per l’esattezza, non essendo imprenditrice o facente parte di associazioni. Il restauro è un atto di devozione in ricordo dei suoi familiari e un regalo alla collettività. Sicuramente grazie a questo primo intervento bisognerà sollecitare il Ministero affinché le contribuzioni dei privati siano agevolate maggiormente”.

Il dipinto restaurato da Guglielmo Colonna, scelto direttamente da Beatrice Mazzego, rappresenta “L’Immacolata Concezione e i Santi Carlo Borromeo, Filippo Blacks, Ignazio di Loyola, Francesco di Sales, Teresa d’Avila, e la Beata Umiliana de’ Cerchi”.

Dipinto da Antonio Puglieschi (1660 - 1732), misura cm 580X340 ed è situato sull’altare maggiore della chiesa di San Firenze.

Per le sue dimensioni e per la collocazione nella nicchia d’altare il dipinto ha richiesto delicate operazioni di rimozione e ricollocazione.

Nonostante ad una prima visione il dipinto si presentasse in discrete condizioni conservative, la messa a terra e la diagnostica hanno rivelato precedenti interventi grossolani di “riparazioni”.

Si è reso quindi necessario lo smontaggio dal telaio per un’accurata pulitura e consolidamento del supporto tessile, conservando il dipinto in prima tela.

La pulitura della superficie pittorica eseguita in due tempi, per la rimozione dello sporco e per la rimozione delle vernici ossidate, ha liberato la reale cromia.

L’integrazione pittorica condotta in maniera non invasiva, contribuisce all’attuale visione del dipinto.

Matt Lattanzi
Van die aantal 176 – Anno IV del 18/10/2017