Vœux de Noël à la ville de maire Nardella

“Quello che si sta per chiudere è un anno difficile, segnato dalla violenza del terrorismo. Simbolo di questa violenza è Aleppo, una delle culle della civiltà attraversata da religioni, civiltà, storie e popoli, che oggi è un cumulo di macerie, una città devastata da una guerra civile che non ha risparmiato niente e nessuno. Aleppo è la ferita nel mondo che la violenza più spietata ha provocato. Spero che dalla nostra città, come da altre città del mondo, possa elevarsi un grande grido di allarme e anche un desiderio di solidarietà e di ricostruzione”.

Lo ha detto il sindaco Dario Nardella nella tradizionale cerimonia degli auguri di Natale alla città, che si è svolta nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, e alla quale ha partecipato anche Alessandro Berti, console onorario della Danimarca e decano dei consoli in città.

Presenti tra gli altri gli assessori e i consiglieri comunali, le autorità civili, militari e religiose e il corteo storico fiorentino.

La cerimonia ha visto anche l’esibizione del coro di voci bianche della Scuola di musica di Fiesole.

Nel corso del suo intervento il sindaco ha raccontato di aver concordato con il sindaco di Reims Arnaud Robinet di lanciare un appello a tutti i sindaci italiani e francesi per il salvataggio di Aleppo in Siria e per dire no al terrorismo: “Tutti insieme iniziamo la ricostruzione di Aleppo, mobilitando le nostre comunità, Istituzioni, associations, chiese. Con il sindaco di Reims chiediamo l’apertura immediata di cordoni umanitari ad Aleppo e che le Istituzioni di tutti i livelli portino aiuti a quelle poche persone che sono ancora in città”, ha dichiarato Nardella, qui, insieme ai presenti, ha dedicato un minuto silenzio alle vittime degli attentati di ieri a Berlino, Zurigo, Ankara e Karak.

“Ci troviamo all’indomani di una giornata buia e nera per l’umanità – ha affermato il sindaco -. Non avremmo mai immaginato di dover vivere questo Natale ferito e segnato dal dolore. Il terrorismo ha colpito ancora; ha colpito ieri nel cuore di Berlino e ad Ankara con l’omicidio dell’ambasciatore russo, ha colpito a Zurigo, a Karak in Giordania. Tutto questo ieri a pochi giorni dal Natale. Un bollettino di guerra perché è davvero una guerra, di nervi, di resistenza prima di tutto. È una guerra lunga, nouveau, imprevedibile. I terroristi vogliono rinchiuderci nelle nostre case, vogliono terrorizzarci e svuotarci di ogni gioia, di ogni speranza, di ogni sentimento di umana comprensione e di dialogo. Ma la nostra identità è più forte della loro violenza; la nostra cultura è più forte del loro terrore e la nostra solidarietà è più forte delle loro armi. La nostra compassione è più forte del loro odio. Non dovremmo mai cedere di un centimetro di fronte alla strategia del terrore, mai consentire che possano ottenere successi, seminando disperazione e scoramento tra noi”.

Des images vidéo de Franco Mariani.

Franco Mariani
Par le nombre 139 – Anno III del 21/12/2016

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