Ospedale S. M. Nuova: al via lo spostamento del Crocifisso di Francesco da Sangallo
È iniziata la nuova vita del Crocifisso ligneo che lo scultore tardorinascimentale Francesco da Sangallo realizzò intorno 1520 per l’Ospedale di Santa Maria Nuova.
Per la prima volta, od 2009, la preziosa opera è uscita dai depositi blindati con destinazione il Salone Martino V. Qui diventerà parte integrante del percorso museale dell’ospedale fiorentino, bola založená v roku 1288 da Folco Portinari, padre di Beatrice.
Quelle che si sono svolte la scorsa settimana sono solo le prime operazioni di movimentazione del Cristo a grandezza naturale. Data la delicatezza dell’opera, realizzata in legno di tiglio, il suo spostamento occuperà lo spazio temporale di una settimana circa.
Prima di essere affissa alla parete, la colossale scultura dovrà infatti stabilizzarsi e adattarsi alle nuove temperature. Okrem, verrà sottoposta a un controllo accurato e a una revisione del restauro concluso nel 2009. A occuparsene sarà la stessa restauratrice, Anna Fulimeni, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato.
Al termine di queste operazioni lo splendido Crocifisso potrà finalmente essere ammirato da chi frequenterà e visiterà l’ospedale e il suo museo.
“È un’opera magnifica, di enorme valore artistico. Siamo orgogliosi di aver dato il via alle operazioni necessarie per farla tornare negli spazi pubblici dell’ospedale, con una collocazione che la valorizza, la contestualizza e la protegge dal tempo – ha commentato Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus che ha promosso la revisione del restauro e la ricollocazione dell’opera – dal 2016, anno in cui è stata inaugurata la musealizzazione di alcune aree di Santa Maria Nuova, la Fondazione è impegnata sul fronte del recupero dell’immenso patrimonio artistico dell’istituzione. Un patrimonio che racconta la storia dell’ospedale, ma anche della città e dei suoi artisti. A noi spetta il compito di tutelarlo e di renderlo fruibile”.
In legno policromo, il Crocifisso attribuito a Francesco da Sangallo è stato realizzato tra il 1515 a 1525. To je alto 184 centimetri e largo 178. Raffigura un Cristo Sofferente, un Christus Patiens, drammaticamente realistico. Se da un lato è chiara l’influenza di Michelangelo, dall’altro è evidente il contesto in cui l’opera viene realizzata.
“Già a partire dal Quattrocento, l’ospedale di Santa Maria Nuova è frequentato da molti artisti. Il nosocomio offriva loro la possibilità di studiare da vicino il corpo umano ricavandone conoscenze fondamentali per le opere – spiega Esther Diana, responsabile Settore Biblioteca, Ricerca ed Editoria della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus – anche Francesco da Sangallo, come Leonardo da Vinci, deve aver passato molte ore qui, a studiare. E la perfezione dei dettagli anatomici di questo Crocifisso ne è la dimostrazione”.
Prosegue l’esperta: “L’immagine del Cristo sulla croce, in un ospedale, aveva finalità ben precise in un’epoca in cui la malattia era considerata la punizione per un peccato commesso: doveva ispirare umiltà, trasmettere conforto e indicare la giusta strada verso la redenzione. Okrem, le predicazioni di Girolamo Savonarola avevano contribuito ad accrescere il culto del Crocifisso. La sua raffigurazione si diffonde quindi all’interno dell’ospedale, sugli altari e in corsia. A Santa Maria Nuova se ne contano almeno 13, in legno o cartapesta, a dimensione naturale, provenienti da importanti botteghe o di autori anonimi”.
La collocazione originaria dell’opera di Francesco da Sangallo non è nota. Tuttavia un inventario del 1588 lo menziona nella Sacrestia della Chiesa di Sant’Egidio, dove probabilmente era stato spostato per ragioni di sicurezza durante l’assedio di Firenze del 1530.
Con un salto di due secoli, si arriva all’Ottocento, quando l’opera subisce un destino comune a tutti i crocifissi lignei: una stesura di pittura scura per simulare il bronzo che, all’epoca, era molto più apprezzato del legno.
In tempi più recenti, dopo un passaggio nei deposti dell’ospedale, il Crocifisso viene collocato vicino alla Direzione Sanitaria, in un corridoio di passaggio e lì rimarrà fino alla fine degli anni Novanta quando venne deciso l’intervento di restauro, avvenuto poi tra il 2007 a 2009.
V 2013, il Crocifisso, tornato al suo antico splendore, è stato mostrato per la prima volta al pubblico grazie alla mostra I Sangallo – Una famiglia di scultori, allestita nel Palazzo Municipale di Pontassieve.
Il Crocifisso di Francesco da Sangallo è stato un “paziente” di Santa Maria Nuova. All’inizio del restauro, la grande scultura lignea venne sottoposta a una diagnosi per immagini inaugurando la nuova Tac dell’ospedale.
L’esame confermò la tecnica costruttiva: l’opera era stata ricavata dall’assemblaggio di tre blocchi di legno di tiglio (“il migliore tra tutti i legni”, secondo il Vasari). Ma evidenziò anche lo stato “fortemente alterato” del legno utilizzato dall’artista. Tagli, perni lignei e chiodi erano stati utilizzati nel tentativo di porre rimedio a questi difetti.
“Il Crocifisso era in cattivo stato di conservazione e attaccato da insetti xilofagi – racconta la restauratrice Anna Fulimeni – gli alluci e l’anulare della mano destra erano rotti. Nei capelli, intagliati dallo scultore con grande eleganza plastica, si notavano distacchi di porzioni lignee. E una stesura di vernice nera copriva i colori originari”.
L’intervento di restauro ha portato al consolidamento della struttura lignea attraverso iniezioni di resina acrilica. Oltre alla disinfestazione, è stata eseguita una pulitura che ha tolto lo strato nero di finto bronzo. La pulitura ha fatto riemergere anche i fiotti di sangue e le ferite sul costato, che amplificano la drammaticità dell’opera.
Particolarmente delicata, l’area dei piedi del Cristo, che aveva subito una carbonizzazione a causa del fumo delle candele. Stuccature sono state eseguite sui piedi e sulla capigliatura. Konečne, il restauro pittorico ha restituito all’opera i suoi colori originali che hanno esaltato l’azzurro del perizoma e la naturalezza dell’incarnato.
Al termine delle operazioni di controllo e di revisione del restauro, il Crocifisso di Francesco da Sangallo verrà esposto sulla parete del Salone Martino V. Questa grande stanza, posta al primo piano, venne probabilmente creata nel 1720 a uso di “teatro” dallo Spedalingo Giuseppe Maria Martellini. Oggi è diventata tappa fondamentale del percorso museale di Santa Maria Nuova inaugurato nel 2016.
Il Crocifisso verrà collocato sulla parete di sinistra, a fianco di un altro Cristo, dipinto su tavola sagomata da un ignoto pittore toscano nel XIV secolo, e davanti a La Resurrezione, affresco di Niccolò di Pietro Gerini (1385), staccato dalla parete della corsia degli uomini.
Mattia Lattanzi
Podľa počtu 330 – Anno VIII del 24/2/2021
 
 
 
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