Izbruh vagon – Pasqua a Firenze 2024

Rinnovata, nella sua antica veste, la storica rievocazione dello Scoppio del Carro, la più antica tradizione popolare fiorentina che si tramanda ormai da oltre nove secoli e ripercorrere le gesta del fiorentino Pazzino dei Pazzi alle Crociate e al suo ritorno in città.

“Ci auguriamo – ha detto il Sindaco Nardella allo scadere del suo mandato tra meno di tre mesi – che lo Scoppio del Carro ci porti gioia e prosperità come vuole la storia e la tradizione di Firenze. Vogliamo rilanciare la candidatura dello Scoppio del Carro nell’elenco del patrimonio mondiale dell’umanità”.

La colombina, davanti ad oltre cinquemila persone, ha compiuto un volo perfetto, segno di buon augurio: partito dall’altare della Cattedrale nel momento in cui è stato intonato il Gloria, ha acceso il Carro di Fuoco, il “Brindellone”, posizionato tra Duomo e Battistero e poi, è tornata indietro. Secondo la tradizione se la colombina riesce a rientrare ci saranno buoni raccolti.

La cerimonia si è conclusa con il Solenne Pontificale celebrato dall’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori. La storia affida a Pazzino de’ Pazzi, al rientro da una crociata nel 1099, le origini dello Scoppio del Carro. Fu Pazzino, dejansko, a riportare nel 1101 alcune pietre focaie del santo sepolcro di Cristo con le quali poi a Firenze venivano illuminate le celebrazioni del Sabato Santo.

In un secondo tempo la cerimonia venne spostata alla Domenica di Pasqua e i fiorentini decisero di costruire un carro trionfale, trainato da buoi, che è stato portato in piazza Duomo con una processione attraverso il centro di Firenze. La forma attuale del carro risale al ‘600.

Per tutto l’anno il “Brindellone” resta in un apposito deposito di via il Prato. Come tradizione, prima dello Scoppio del Carro, si è svolto il sorteggio delle partite del Torneo di San Giovanni del Calcio Storico Fiorentino.

Il presidente del Calcio Storico Fiorentino Michele Pierguidi ha annunciato anche le date che quest’anno, a causa delle elezioni amministrative, sono anticipate. Semifinali il 1° ed il 2 Junija. Finale il 15 Junija.

Sabato 1° giugno la prima semifinale vedrà di fronte, in piazza Santa Croce, i Verdi di San Giovanni contro gli Azzurri di Santa Croce. Nedelja 2 giugno si sfideranno i Rossi di Santa Maria Novella, campioni in carica, contro i Bianchi di Santo Spirito. Sobota 15 giugno la finale.

Nell’omelia il Cardinale Giuseppe Betori ha ricordato come “al centro del modo fiorentino di celebrare la risurrezione del Signore c’è il gesto con cui l’arcivescovo trae dal cero pasquale il fuoco che sprigiona la sua virtù fino a far risplendere di luce il carro. È un gesto che esprime in modo significativo il senso del ministero del vescovo, e della Chiesa, nella città: portare luce nella vita degli uomini e delle donne di questa terra, traendo questa luce dalla persona di Cristo, il risorto, di cui è simbolo il cero pasquale. È per me ogni volta una profonda emozione, ma anche un esigente richiamo a essere fedele alla missione che mi è stata suo tempo affidata (…). Di speranza abbiamo bisogno per non perderci nel cammino, quello nostro e quello dell’umanità, che registra nei nostri tempi prospettive di novità ma anche persistenti segni di fragilità. Occorre uno sguardo disincantato su quella piazza dell’universo in cui esplode la luce del Risorto, con la consapevolezza che quanto più avanziamo nella conoscenza e nella trasformazione del mondo, tanto più cresce la responsabilità di chi in Cristo e nel suo Vangelo ha incontrato un orientamento di vita e ne deve far partecipi gli altri. Sono troppi i segni che mostrano come distaccarsi dal Risorto e dal suo potere sulla morte, conduce a esiti che minacciano l’esistenza stessa dell’umanità. Questo vale anzitutto per le guerre che dividono i popoli, a cominciare dall’aggressione di cui è vittima il popolo ucraino e dal conflitto che oppone nella Terra Santa i due popoli che traggono origine dallo stesso padre, Abramo. E non ci si dica che saranno le guerre a portare la pace, quando è invece solo l’aspirazione e l’impegno per la pace a poter porre fine alle guerre. E come tendere a questo, se non a partire dal ribaltare la logica del dominio in quella dell’amore e del perdono? Questo è il mondo nuovo che Gesù porta con la sua persona e con il suo insegnamento(…). Su questo mondo e le sue contraddizioni la luce di Cristo si manifesta come un principio in grado di offrire un orientamento per indicare strade di bene alla nostra città e al mondo. Quella luce non può esaurirsi in uno scoppio, tanto meno di un carro, ma necessita di continuità operosa, esige di risplendere in ogni nostro agire quotidiano. È l’augurio pasquale che formulo per me e per tutti voi”.

Riprese video e foto di Franco Mariani

Frank Mariani
S številom 381 – Anno XI del 3/4/2024

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