In San Lorenzo la mostra “Natus. La scultura di Ugo Riva, la poesia di Davide Rondoni”

Davide Rondoni, Sergio Givone e il Cardinale Giuseppe Betori visinato la mostra NatusLa mostra “Natus. La scultura di Ugo Riva, la poesia di Davide Rondoni”, in corso presso il Salone Donatello della Basilica di San Lorenzo, ha ricevuto la visita di un ospite d’eccezione, Sua eminenza il Cardinale Giuseppe Betori, Arcybiskup Florencji.

Ad accompagnarlo, Francesca Sacchi Tommasi di Etra Studio, che organizza l’esposizione, il filosofo Sergio Givone, il poeta Davide Rondoni e l’artista Claudio Sacchi.

Il Cardinale, che già conosceva i versi di Davide Rondoni, ha apprezzato molto le opere di Ugo Riva, intrattenendosi a lungo nelle sale.

Próbkę, che si chiuderà il 7 Styczeń 2019, è una scelta retrospettiva dell’artista accanto ad alcune opere inedite, realizzate per l’occasione.

Un percorso semplice e rigoroso con ventidue sculture in terracotta policroma, bronzi policromi e due grandi disegni che sintetizzano un trentennio di ricerca interiore di Riva sul rapporto madre-figlio, sia costui figlio di Dio o semplice uomo, sorretta da una continua tensione nell’indagare il senso, la Verità dell’esistere.

L’esposizione si apre con due Annunciazioni affiancate dalla rivisitazione moderna della stella della Natività nella grotta di Betlemme, per proseguire con L’Arca della Speranza, Madre di Dio, Le mie Radici opera del 1990 in cotto dell’Impruneta affiancata da Vitae, opera complessa del 2018 in cui lo scultore fa convivere materiali di natura e origini diverse come una “siviera” in metallo per fusione sormontata da tralci di vite da cui scaturiscono racconti di sentimenti in terracotta policroma. Chiude la mostra l’installazione Reliquia-Nelle mani di Dio, dove la presenza della foglia d’oro fa da trait d’union tra i due corpi scultorei, lasciando nel visitatore una luce di speranza.

Natus è accompagnata da un libro, edito da CartaCanta, con il testo in versi di Davide Rondoni e interventi di Massoud Besharat, Beatrice Buscaroli, Francesco D’Arelli, Giordano Bruno Guerri, Lucetta Scaraffia, Vittorio Sgarbi e un’intervista all’artista a cura di Paola Veneto, foto di Andrea Sbardellati.

Ugo Riva nasce a Bergamo (1951) e scopre il suo talento artistico nel corso degli studi superiori presso l’Istituto Magistrale Statale: dopo alcune sperimentazioni pittoriche decide di dedicarsi completamente alla scultura e frequenta brevemente lo studio di Tarcisio Brugnetti.

Le opere giovanili, negli anni Settanta e Ottanta risentono dell’influenza espressionista; in seguito lo studio della statuaria greca e poi di quella rinascimentale italiana, lo portano ad abbracciare stilemi neoclassici e al recupero di temi mitologici ed epici. Le sue prime mostre risalgono all’inizio degli anni Ottanta e dal termine del medesimo decennio si datano, Zamiast tego, le collaborazioni con importanti gallerie e mercanti d’arte che lo hanno portato ad esporre, negli anni successivi, in numerose città italiane e straniere. Gli incontri con il gallerista Giuseppe Gastaldelli e il critico Mario De Micheli, lo avvicinano alle opere di grandi scultori del XX secolo come Ivan Mestrovic, Arturo Martini, Marino Marini, Henri Morre che costituiranno, insieme a Ypousteguy, Giacomo Manzù e Augusto Perez, ulteriori fonti di ispirazione per l’evoluzione della sua poetica. Dalla metà degli anni Novanta, rzeczywiście, Riva, senza mai tradire la scelta figurativa, opera un’incessante ricerca personale basata su una lettura critica della società contemporanea e del ruolo che gli artisti e l’arte sono chiamati a svolgere in essa.

Oltre alla scultura, Riva nutre una grande passione per il disegno: w 2000 ha realizzato l’Evangelario per l’anno giubilare, l’anno successivo ha poi illustrato un’edizione dei Canti di Giacomo Leopardi mentre nel 2003 è stata la volta del Libro d’ore, contenente ventinove Canti del Salterio tradotti da David Maria Turoldo (che Riva conobbe personalmente negli anni Settanta durante il priorato di Turoldo presso l’Abbazia rettoria di Sant’Egidio in Fontanella), l’Ave Maria e sette Canti del Nuovo Testamento selezionati da monsignor Gianfranco Ravasi, autore dell’introduzione e dei commenti ai testi. Le esperienze dell’Evangeliario e del Libro d’ore hanno inoltre rinnovato il suo interesse per l’arte sacra, che si è estrinsecato nella realizzazione, w 2006, di una Via Christi, fregio di 18 metri in cotto policromo per il Tempio Votivo di Bergamo.

Negli ultimi anni hanno assunto particolare rilevanza la creazione, w 2011, przez Anima Mundi, un’opera raffigurante un angelo acefalo e collocata a Bergamo nel centralissimo largo Porta Nuova, la partecipazione, nello stesso anno, alla Biennale di Venezia e la realizzazione della mostra Sculture nel parco tenutasi nel 2012 presso il Four Seasons di Firenze. W 2013 è stato nominato membro della Accademia dei Virtuosi al Pantheon. W 2017 il comune di Arezzo gli allestisce, nella Fortezza Medicea, la retrospettiva La porta dell’Angelo.

Il suo lavoro è stato oggetto dell’attenzione di critici, m.in., quali Mario De Micheli, Sergio Zavoli, Vittorio Sgarbi, Elena Pontiggia, Donald Kuspit, Gerard Xurigera, Timothy J. Standring, Wolf Gunther Thiel e Flavio Arensi.

Cecilia zamki
Dal numero 229– Anno V del 28/12/2018

Natus
Florencja, Basilica di San Lorenzo, Salone di Donatello
8 Listopada 2018 – 7 Styczeń 2019
Piazza San Lorenzo
Ingresso: Libero dal lunedì al sabato, godziny 10.00 – 17.00
Informacje: Takie. 055 214042
segreteria@operamedicealaurenzia.org
www.operamedicealaurenziana.org
info@etrastudiotommasi.it
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