Maria Cristina Ogier. Lub happiest ntawm kuv lub hnub

Ib me ntsis hav zoov uas Vajtswv no tub qhe, ho nyob rau ib lub pob, leej twg tau kuaj li ib tug me nyuam, tsis tau ib daim ntawv qhia txog lub neej, Adventurous, tam sim no tau hais los ntawm tus journalist ntawm cov ntawv xov xwm rau cov teb chaws nyob hauv phau ntawv “Maria Cristina Ogier. Lub happiest ntawm kuv lub hnub”, luam tawm los ntawm lub Fiorentina Publishing Society, (168 nplooj ntawv, 12 euro).

Un racconto, quello di Moschella, che parte dall’attesa dei genitori, Gina ed Enrico, per una figlia tanto desiderata, e di un amore che si conferma con la scoperta della malattia, e soprattutto nel calvario delle visite e delle terapie.

Una vita breve, che ha il suo fulcro prima nella scuola, poi nei sacramenti ricevuti da don Giancarlo Setti, nell’incontro con Padre Pio, i pellegrinaggi a Lourdes, i sogni in cui parla con Gesù, e che prosegue, fino all’ultimo respiro, da giovane studentessa nella parrocchia, nei gruppi di carità, per le missioni, fino all’idea di raccogliere fondi per acquistare un battello da inviare ai frati francescani in Brasile, da usare come dispensario lungo il Rio delle Amazzoni.

Il nome di Maria Cristina Ogier è legato anche all’Unitalsi con cui lei, malata, che si mette al servizio di altri malati, e al Centro di Aiuto alla Vita: il primo di una serie di centri oggi presenti in tutta Italia, fondato pochi anni dopo la sua morte.

Il Centro di Firenze, oggi più attivo che mai, nei locali della Basilica di San Lorenzo, è nato proprio per ispirazione di Maria Cristina, che di fronte all’impegno del padre nella battaglia contro l’aborto gli chiese di affrontarlo non solo con le armi della politica ma anche con quelle della carità: “Babbo, non permettere che queste ragazze rimangano sole e perdano il loro bambino”.

Nel video l’intervista di Franco Mariani all’autore del libro, il collega giornalista Duccio Moschella.

Frank Mariani

Los ntawm cov xov tooj 43 – Lub xyoo 10/12/2014